TECNOLOGIA-AFRICA: L’invasione dell’India a distanza

NEW DELHI, 30 marzo 2011 (IPS) – L’India non può certamente essere paragonata alla Cina nel campo degli investimenti in Africa, ma per mantenere la propria presenza nel continente ricorre alla sua specialità, la tecnologia dell’informazione, e offre educazione a distanza a prezzi accessibili.

Come si può avere un’influenza in Africa?, ha chiesto Ajay Kumar Dubey, del dipartimento di studi sull’Africa dell’Università di Jawaharlal Nehru.

“Ovviamente, questo paese non può competere con la Cina né con gli Stati Uniti, ma è l’India che ha ispirato le lotte per l’indipendenza del diciannovesimo secolo e si è opposta all’apartheid”, ha detto.

Il progetto Rete elettronica panafricana è un classico esempio delle attività dell’India per trovare nuovi partner in Africa e conquistare una fetta del mercato e delle risorse del continente per espandere la propria economia.

L’iniziativa offre servizi di telemedicina e educazione a distanza, con la possibilità di videoconferenze tra i capi di Stato africani.

È il “miglior esempio di cooperazione fra India e Africa”, ha affermato il ministro degli Esteri indiano S.M. Krishna, all’apertura della seconda fase del progetto di 125 milioni di dollari lo scorso agosto, negli uffici dell’impresa statale Telecommunications Consultants India Ltd. (TCIL), a New Delhi.

La prima tappa, inaugurata il 16 febbraio 2009, includeva Benin, Burkina Faso, Etiopia, Gabon, Gambia, Ghana, Mauritius, Nigeria, Ruanda, Senegal e Seychelles.

Per la seconda fase saranno coinvolti Botswana, Burundi, Costa d’Avorio, Gibuti, Egitto, Eritrea, Libia, Malawi, Mozambico, Somalia, Uganda e Zambia.

“Grazie a questo programma abbiamo potuto dimostrare l’efficacia di un’idea”, ha detto all’IPS Rajesh Kapoor, responsabile della TCIL.

“È la realizzazione pratica di un progetto pensato in grande ma semplice, per mettere in collegamento le persone tra loro”, ha spiegato.

Kapoor ha diverse ragioni per essere ottimista. Il progetto ha vinto il Premio Hermes per l’innovazione 2010, consegnato dall’Istituto europeo di strategie creative.

L’Istituto considera questa rete di comunicazioni a fibra ottica e satellitare “il programma più ambizioso mai realizzato di istruzione a distanza e di telemedicina in Africa, il primo esempio di un aiuto importante allo sviluppo Sud-Sud”.

Duemila studenti africani si sono iscritti online a prestigiose istituzioni educative indiane come l’Istituto indiano delle scienze, l’Università di Madras, l’Università di Delhi, l’Università nazionale aperta Indira Gandhi, l’Università Amity e l’Istituto indiano di tecnologia di Kanpur.

Sono stati creati centri di educazione a distanza africani nell’Università di scienza e tecnologia Kwame Nkrumah, in Ghana, nell’Università Makerere in Uganda e in quella di Youndé, Camerun.

L’Università di Makerere ha destinato due sale conferenza al programma, con le ultime tecnologie di educazione a distanza e apparecchiature per videoconferenze collegate all’Università Amity. C’è una piena interazione tra conferenzieri e studenti.

Il programma è di grande aiuto per gli studenti lavoratori, ha segnalato Davies Rwabu, dottorando in Affari internazionali. “Abbiamo tre ore di videoconferenza una volta alla settimana. E poi puoi sempre aggiornarti grazie agli appunti pubblicati sul portale Internet”, a detto all’IPS.

Il sistema permette l’accesso ai contenuti immagazzinati nel database per ripassare le lezioni e collegarsi ai conferenzieri in India, ha detto Rwabu.

Il costo di un corso è di circa 200 dollari a semestre a Makerere, molto meno dei 1.240 dollari che costano in genere altri corsi simili.

Gli introiti non tornano in India, ma servono per pagare i tecnici locali dei centri di formazione a distanza, oltre al coordinatore del progetto. Con i corsi dell’Università Amity, attraverso il centro di Makerere, si ottiene un diploma in tecnologia dell’informazione, un master in amministrazione e gestione finanziaria e in affari internazionali.

Al primo lancio del programma, nell’agosto 2009, si erano iscritti 236 studenti ugandesi, un numero che l’anno seguente è raddoppiato. A luglio di quest’anno verranno aperte le nuove iscrizioni.

Obiettivo del progetto è aiutare 10mila studenti africani a costruire le proprie capacità attraverso un’istruzione di qualità in cinque anni, ha detto Kapoor.

L’India ha esteso il programma di aiuto a diversi paesi africani, con l’apporto di esperti e l’attuazione di diversi progetti.

Più di mille funzionari dell’Africa sub sahariana hanno partecipato al programma Educazione e tecnica, e circa 15mila studenti si sono iscritti ad altri programmi.

È stato anche proposto di creare una serie di istituti India-Africa, ognuno dei quali specializzato in settori specifici come commercio con l’estero, educazione, amministrazione, diamanti e insediamenti umani, per promuovere percorsi di capacity-building. © IPS

* Con il contributo di Wambi Michael, Uganda.