PAKISTAN: I mullah non vogliono la matematica nelle madrasse

PESHAWAR, 22 febbraio 2011 (IPS) – Il governo del Pakistan ha lanciato un nuovo programma di modernizzazione delle scuole religiose, per insegnare anche qui le materie di base come la matematica, l’inglese e perfino l’informatica.

Ashfaq Yusufzai Ashfaq Yusufzai

Ashfaq Yusufzai
Ashfaq Yusufzai

Per Sardar Hussain Babak, ministro dell’educazione della provincia di Khyber Pakhtunkhwa, l’iniziativa è volta ad offrire a studenti e insegnanti una formazione adeguata. Ma i capi delle scuole religiose considerano i nuovi programmi un’interferenza, e rifiutano il sostegno del governo.

“La maggior parte degli insegnanti non sa insegnare. Non ha un’educazione moderna. Il governo vuole appoggiarli economicamente e logisticamente, ma loro non vogliono”, ha commentato.

Secondo Babak, la decisione è stata presa dopo aver appreso che alcune di queste scuole potrebbero essere un terreno di coltura per la formazione delle milizie. Il governo vuole integrare l’educazione religiosa con quella formale, colmando il divario tra i due sistemi.

Muhammad Asif, un insegnante della Uma Hatul Momineen, ha spiegato perché i nuovi programmi sono necessari: circa il 96 percento degli studenti delle scuole religiose sono analfabeti “perché non frequentano le scuole regolari ma vengono ammessi direttamente ai seminari”.

“Le scuole religiose sono molto buone perché insegnano il vero significato dell’Islam. Ma devono anche insegnare l’educazione moderna, come informatica, matematica, inglese, ecc”, sostiene il 25enne Asif, che ha frequentato prima un liceo statale per poi iscriversi ad un seminario religioso, dove ha conseguito un diploma in diritto islamico.

Secondo un rapporto del Dipartimento scuola e alfabetizzazione del Khyber Pakhtunkhwa, una delle quattro provincie del Pakistan, solo il 25 percento delle scuole religiose ha aderito al nuovo programma. La maggioranza degli insegnanti, di cui circa 4mila uomini e 900 donne della provincia, non ha frequentato le scuole ufficiali, e si è diplomato solo in quelle religiose.

I seminari religiosi in Pakistan, in particolare nel Khyber Pakhtunkhwa e nelle Aree tribali ad amministrazione federale (FATA), hanno richiamato l’attenzione dopo l’accusa degli Stati Uniti di essere scuole di formazione per milizie sull’orma dei talebani. “Talebani vuol dire studenti delle scuole religiose. Verso la metà degli anni ’90, i talebani venivano dai seminari in Pakistan e Afghanistan (le madrasse), si sono insediati a Kabul e in poche settimane hanno preso il controllo del 95 percento del territorio afgano”, dice Jawad Khan, insegnante di scienze politiche presso il Government College di Peshawar.

“All’epoca, gli Usa e il Pakistan, loro fedele alleato, hanno appoggiato il governo talebano in Afghanistan con l’obiettivo di contrastare gli sciiti dell’Iran”, ha aggiunto.

I cinque principali organi a capo dei seminari rappresentano diverse scuole di pensiero: Tanzim-ul-Madaras (Barelvi), Wafaq-ul-Madaras (Deobandi), Wafaq-ul-Madaras (sciiti), Wafaq-ul-Madaras (Ahle Hadith) and Rabita-ul-Madaris (Jamaat-e-Islami).

Nel 2010, nei circa 10.887 seminari riconosciuti erano iscritti circa due milioni di studenti, dai 201 del 1947, secondo il rapporto. Intorno ai 5mila studenti sono iscritti nelle FATA, di cui il 15 percento afgani. L’85 percento di queste scuole accolgono studenti di sette sunnite, mentre il resto ospita studenti sciiti.

“L’intento del governo di modernizzare le scuole religiose deve ancora vedere la luce, perché i seminari religiosi non amano le interferenze del governo”, dice il ministro dell’istruzione del Khyber Pakhtunkhwa, Babak.

“Circa il 99 percento degli studenti proviene da famiglie povere, che non si sono potute permettere il costo delle moderne scuole pubbliche, e per questo hanno scelto di iscriversi nelle scuole religiose, dove non c’erano tasse da pagare”, spiega Babak, strenuo oppositore delle milizie talebane.

Gli Stati Uniti hanno spesso accusato le madrasse di promuovere il terrorismo. Esercito pakistano e Usa hanno attaccato diverse scuole religiose in Pakistan e Afghanistan per questo motivo, mentre l’amministrazione Usa ha chiesto al Pakistan di controllare e modernizzare questi istituti.

I capi delle scuole religiose negano l’accusa di essere luogo di formazione di milizie. “Più di 4.500 studenti frequentano le nostre scuole”, dice Maulana Samiul Haq, rettore di Darul Uloom Haqqania, il seminario religioso più grande del Pakistan. “Tutte queste scuole sono pacifiche e apolitiche. Hanno partecipato alla lotta contro i capi mujaheddin per proteggere l’Afghanistan contro il governo corrotto e diviso dei mujaheddin di Kabul”.

Haq spiega che le famiglie mandano i loro figli a studiare nelle scuole religiose perché possano conoscere l’Islam.

“La reputazione dei talebani a livello internazionale è dovuta ai combattenti armati che hanno scatenato un’ondata di violenze in Afghanistan e nel vicino Pakistan, anche con attacchi dei kamikaze suicidi”, ha detto l’ex segretario per la sicurezza delle FATA Mahmood Shah

Muhammad Israr, studente di Darul Uloom Banoria di Peshawar, racconta di aver imparato il Corano a memoria e che adesso continua a studiare per conoscere più a fondo l’Islam. Israr, residente della provincia di Jalalabad in Afghanistan, dice che tornerà a casa dopo il diploma.

“La mia missione è diffondere l’amore, la pace e l’armonia tra i popoli per sconfiggere il terrorismo”, dice Israr. “È questo che l’Islam ci insegna, a rispettare i popoli di tutte le religioni”.

Fauzia Begum, 18 anni, studentessa alla Jehadul Momineen Darul Uloom di Bannu, uno dei 25 distretti del Khyber Pakhtunkhwa, dice di aver imparato ad amare gli esseri umani a prescindere dalla religione, la casta e lo status sociale.

“Impariamo l’etica, la moralità e i valori umani. Bisogna portare più donne nelle scuole religiose per aiutare a contrastare la diffusione del terrorismo”, ha detto all’IPS.

Nel distretto di Bannu ci sono 221 scuole religiose, frequentate da 4.386 studenti maschi e 4.566 femmine. “È compito di ogni musulmano conoscere le nozioni di base del santo profeta Maometto. Anche per la Darul Ulomm (scuola religiosa) è la stessa cosa”, dice Begum.

Secondo il nuovo piano di modernizzazione dell’istruzione, proposto all’inizio di quest’anno, Babak dice che agli studenti verrebbe insegnato Nazirah-e-Koran (recitazione del Corano), Tahfeez-ul-Koran (memorizzazione del Corano), Tajweed (la corretta pronuncia), darse-e-nizami (il programma standard del seminario religioso), tafseer (analisi e interpretazione del Corano), hadith (i precetti del profeta Maometto), e Fiqah (diritto islamico). Ma anche letteratura araba, lingua urdu, inglese, scienze, matematica, informatica e tecnologia dell’informazione, e formazione professionale. © IPS