Uganda: Migliaia di stupri. Impuniti.

KAMPALA, 18 novembre 2010 (IPS) – Migliaia di donne sono state violentate durante la guerra in Uganda. Pochissimi gli sforzi del governo per aiutarle con un adeguato supporto psicologico.

Rosebell Kagumire/IPS Rosebell Kagumire/IPS

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Anna Grace Nakasi, oggi candidata alle elezioni del consiglio locale il prossimo febbraio per Tubur, distretto di Soroti nel Nord Est dell'Uganda, dopo le violenze subite durante la guerra ha contratto l'HIV.

Nakasi ha subito violenza in tre diverse occasioni – nel 1987, nel 1988 e nel 1990 – da un gruppo di soldati.

“La prima volta è stato nel 1987, quando nove soldati mi hanno violentato fino a farmi perdere conoscenza. Più tardi mi sono risvegliata in un letto di ospedale”. “Erano soldati del governo”.

Nakasi ha contratto l'HIV e ha sviluppato una fistola. E' stata allontanata dal marito e dalla famiglia e costretta a vivere da sola in una foresta per molti anni.

E’ riuscita a superare il trauma solo grazie all’aiuto di vari gruppi di volontari, che anno anche sostenuto la sua lotta per l’empowerment economico delle donne e contro lo stigma.

Oggi partecipa alle indagini sui casi di violenza sessuale e incoraggia le donne ad affrontare a viso aperto i loro violentatori. Sta ottenendo un grande sostegno per la sua candidatura proprio grazie al lavoro con i malati di HIV e AIDS.

“Sono riuscita a risolvere un caso, e a far arrestare un uomo accusato di stupro”.

Scarso sostegno per le vittime di stupro in tempo di guerra

Ma la storia di Nakasi è unica nel suo genere.

I due decenni di guerra tra il governo dell'Uganda e i ribelli del Lord’s Resistance Army (LRA) ha causato una migrazione interna di circa 1,5 milioni di persone e la morte di migliaia di persone. Le donne nei campi profughi hanno subito violenze sessuali da civili e soldati del governo. Anche se non ci sono cifre ufficiali sul numero di donne vittime di abusi, alcuni rapporti denunciano l'alto numero di violenze. I ribelli sono noti per l'arruolamento di bambini soldato e per la riduzione in schiavitù delle bambine.

La guerra ha colpito il nord e il nord-est dell' Uganda fino al 2007, quando i ribelli del LRA sono stati spinti verso la Repubblica Democratica del Congo, in seguito al fallimento dei colloqui di pace mediati dal governo del Sud Sudan.

Un recente programma di recupero post-conflitto iniziato l'anno scorso non affronta però il problema delle vittime di violenze sessuali.

Inoltre, i risarcimenti previsti per le vittime dalla Commissione di Inchiesta sulle violazioni dei diritti umani in Uganda dal 1962 al secondo regime (1980 – 1985), non sono mai state versati.

Processi inadeguati

Secondo un monitoraggio della risoluzione 1325 del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite realizzato dal Center for Women in Governance (CEWIGO) di Kampala, molti reati di violenze sessuali restano impuniti. La risoluzione 1325, di cui si è celebrato a ottobre il decimo anniversario, riconosce la violenza sessuale nei contesti di guerra come un crimine di guerra e un crimine contro l'umanità.

Secondo il rapporto, moltissimi casi di stupro non vengono denunciati. Lo stupro coniugale non è ancora riconosciuto dalla legge ugandese.

Dei casi segnalati, la metà sono perseguiti e pochi ottengono giustizia.

Nel 2009, l'Uganda ha registrato 619 casi di stupro. Di questi, il 37 per cento (228) sono stati perseguiti e solo il 5 per cento condannati. Sono più di 7 mila i casi di stupro di bambini e solo 467 hanno avuto una condanna. 550 donne hanno denunciato abusi e solo in 79 casi si è arrivati al processo.

Un’ingiustizia per le vittime di violenza sessuale

Maude Mugisha del CEWIGO sostiene che la maggior parte delle famiglie non può affrontare il costo degli accertamenti medici della violenza, nè quello del trasporto della polizia sulla scena del crimine. Quindi, sono costretti a negoziare con l'autore della violenza. La giustizia penale in Uganda impone alle vittime un test medico, determinante per il successo o il fallimento del processo.

Tuttavia, solo chirurghi della polizia autorizzati possono fare il test. Nono solo questi sono pochissimi, ma le vittime devono anche pagare tra i 15 e i 25 dollari per l'esame.

“Questa una grande ingiustizia per le vittime di violenza sessuale”, afferma Judy Kamanyi, asperta di tematiche di genere e di sviluppo.

Rebecca Kadaga, Vice Presidente del Parlamento è d'accordo.”Non può essere solo un chirurgo della polizia a esaminare una vittima. I test medici dovrebbero essere effettuati da ostetriche e le donne non dovrebbero pagare tanti soldi per avere giustizia”.

Kamanyi sostiene che il governo dovrebbe assicurare posti sicuri alle donne in pericolo ed elaborare un piano d'emergenza per donne e bambini maltrattati.

L'accesso alla giustizia per le vittime è limitato, le corti che perseguono questi reati sono solo in cinque regioni del paese. Le vittime sono costrette a fare lunghi viaggi per scoprire che il medico poliziotto non è presente all'udienza. Dunque, i casi di reato sessuale impiegano anni prima di arrivare al processo.

Secondo CEWIGO, questi problemi dimostrano che l'Uganda è ancora lontana dalla realizzazione di un piano per la salvaguardia della vita delle donne.

Miria Matembe, membro fondatore di CEWIGO, sostiene che le donne devono continuare a spingere i governi, soprattutto nella regione dei grandi laghi, ad attuare la risoluzione 1325.

“Questa risoluzione è estremamente importante per noi … Siamo un continente devastato dai conflitti e con un alto numero di violenze sessuali”.

I ribelli del LRA sono attivi nella Repubblica Democratica del Congo, nella Repubblica Centrafricana e nel Sudan meridionale dove continuano con i rapimenti. ©IPS