MEDIORIENTE: Cresce la tensione fra Hezbollah e Israele

RAMALLAH, 13 luglio 2010 (IPS) – L’intelligence israeliana ha avanzato l’ipotesi di un nuovo conflitto con Hezbollah al nord di Israele, al confine con il Libano, in considerazione anche dell’aumento delle tensioni tra le forze di pace delle Nazioni Unite e i sostenitori di Hezbollah.

“Israele deve essere pronto a qualsiasi provocazione improvvisa o scoppio di ostilità”, riferisce all’IPS Dan Diker, dal Centro per gli Affari Pubblici di Gerusalemme: “Così, allo stesso modo, iniziò il precedente conflitto del 2006 tra Israele e Libano, con la cattura di soldati israeliani da parte del partito sciita”.

Nel 2006, i guerriglieri di Hezbollah catturarono numerosi soldati israeliani durante un’imboscata lungo il confine. Questo portò allo scoppio del secondo conflitto tra Israele e Libano che durò per oltre un mese finché la Risoluzione Onu 1701 portò alla fine delle ostilità.

Samir Awad dell’Università di Birzeit, nei pressi di Ramallah, ritiene che le possibilità di uno scontro militare nell’immediato futuro siano scarse, e che l’attuale incremento delle tensioni nella regione sia piuttosto connesso alla politica interna libanese.

“Nessuno vuole la guerra a questo punto. Sia Israele che Hezbollah non vogliono affrontare nuovamente un sanguinoso conflitto. Gli eventi nei territori del Sud sono legati a lotte di potere del governo libanese”, spiega Awad.

L’intelligence israeliana ha denunciato un incremento del contrabbando di armi nel sud del Libano attraverso il confine siriano e ha riferito di una forte presenza dei Guardiani della Rivoluzione Iraniani al sud del fiume Litani.

La risoluzione Onu 1701 mira a disarmare le milizie armate (in particolare Hezbollah) con l’aiuto delle truppe della Forza di interposizione delle Nazioni Unite in Libano (UNIFIL) e dell’esercito libanese. Israele è stato così costretto a ritirarsi dalla “zona di sicurezza” nel 2000 come risultato della resistenza di Hezbollah.

Le Forze di difesa israeliane (IDF) hanno segnalato un aumento dell’attività militare nel villaggio di al-Khiam, nei territori del Sud. L’esercito israeliano ritiene che cellule di Hezbollah stiano preparando un’imboscata contro qualsiasi unità IDF che acceda nell’area.

Al-Khiam è di importanza strategica. Nel 2007, infatti, un ordigno sul margine della strada, che si presume sia stato piazzato da Hezbollah, uccise sei militari UNIFIL del battaglione spagnolo.

La bomba fu percepita come un preciso messaggio alle truppe UNIFIL da parte del movimento di Resistenza libanese per il controllo dell’area. “Hezbollah considera il Libano come una colonia iraniana e sfidare l’UNIFIL è il modo in cui Hezbollah combatte le forme di interferenza straniera nella regione libanese, ed è anche un modo per dimostrare chi è il capo”, afferma Diker.

Le truppe UNIFIL hanno incontrato maggiori resistenze nella ricerca di armi nel villaggio di al-Khiam. Nelle ultime due settimane ci sono stati circa 20 scontri tra UNIFIL e gli abitanti dei villaggi sciiti.

Gli abitanti di queste zone, simpatizzanti di Hezbollah, hanno lanciato pietre contro le truppe UNIFIL, sequestrato le loro armi, sono saliti sui carri armati e hanno rimosso una delle antenne radio. Le armi sono state restituite dopo l’intervento dell’esercito libanese.

I rapporti all’interno del comando dell’esercito libanese sono peggiorati con l’inizio dei primi scontri con i guerriglieri di Hezbollah, poiché molti ufficiali libanesi sono sciiti, e simpatizzanti di Hezbollah.

“Hezbollah è riuscito a conservare le sue armi nonostante la Risoluzione 1701” dice Awad. “È anche riuscito a vincere senza il supporto della coalizione di governo del ‘14 marzo’, guidata dal leader pro-occidente Saad Hariri”.

Inoltre, continua con successo a descrivere sé stesso come un partito libanese di liberazione che combatte contro l’avanzata dell’occupazione israeliana delle fattorie della Sheeba e della parte nord del Ghajar Village”.

Le fattorie Shebaa furono dichiarate dall’Ono parte dei territori siriani occupati nel 2000 e da quel momento siriani e libanesi hanno concordato sull’appartenenza di quel territorio al Libano. Un cartografo Onu ha considerato l’evento degno di merito, ma la questione ancora non è risolta.

“Il governo libanese deve ammettere che sta perdendo sempre più potere a favore di Hezbollah nel sud del Libano e che non è più in grado di controllare l’intera regione”, dice Awad all’IPS.

Ma una guerra a breve termine sembra improbabile, dice il Prof. Moshe Ma’oz dell’Università Ebraica di Gerusalemme. “Sfruttare la collaborazione con Hezbollah è più un avvertimento iraniano allo stato di Israele che una minaccia di guerra. Non attaccarsi significa anche mantenere una mutua deterrenza. Questo potrebbe cambiare se la Siria e Israele iniziassero un processo di pace”, dice Ma’oz. “La Siria ha fatto capire diverse volte di volere un accordo con Israele… ovviamente alle sue condizioni. Se questo dovesse accadere, l’Iran potrebbe avanzare attraverso Hezbollah e bloccare il processo”. © IPS