Paglia e legno per un futuro ecosostenibile

FIRENZE, 1 giugno 2010 (IPS) – Poco più di 40 cittadini di Pescomaggiore stanno ricostruendo il loro paese con la paglia e il legno. Il piccolo borgo è stato distrutto durante il terremoto del 6 aprile 2009.

Veduta di Pescomaggiore, in primo piano le nuove case costruite in paglia e legno.

Veduta di Pescomaggiore, in primo piano le nuove case costruite in paglia e legno.

“Vogliamo ricostruire una Pescomaggiore sostenibile”, ha spiegato Antonio Cacio del Misa, l’associazione che coordina i volontari e gli abitanti che collaborano al progetto.

Le case sono composte da una semplice struttura portante in legno e da tamponature in balle di paglia, ma i tetti sono rivestiti di pannelli solari e sono dotati di un sistema per raccogliere l’acqua piovana.

Il progetto si chiama EVA, acronimo di Eco Villaggio Autocostruito, e si propone di costruire sette case su un terreno poco distante dal borgo originario, oggi abbandonato. Il terreno è stato donato da un compaesano che oggi vive all’estero.

Il progetto Eva ha partecipato a Terra Futura, mostra-convegno delle buone pratiche di vita legate alla sostenibilità che si è conclusa domenica a Firenze.

L’edizione di quest’anno, dal 28 al 30 maggio, presentava anche una serie di eventi dedicati a internet come strumento di cambiamento sociale; il progetto Eva è stato ed è tuttora finanziato in parte grazie alle donazioni online.

Il progetto ha un costo totale di 180mila euro e non ha ricevuto nessun contributo statale. Il governo ha persino rifiutato di rinunciare alle tasse. Finora con le donazioni sono stati raccolti 107mila euro.

“Trentamila euro sono stati racimolati grazie al sito internet del progetto”, afferma Paolo Faustini di Smarketing, un’azienda di consulenza che ha contribuito in forma volontaria alla progettazione del sito web.

“Grazie al sito internet e alla nostra pagina FaceBook, possiamo assicurare un’assoluta trasparenza sugli aspetti economici del progetto oltre a garantire ai nostri sostenitori la possibilità di seguirne gli sviluppi”, ha aggiunto. “Una volontaria che ha scoperto il sito di EVA ci ha messi in contatto con un’associazione che in tre settimane ha costruito gratis tutti i tetti in legno. Lei da sola è riuscita a raccogliere il 26 percento delle donazioni che abbiamo ricevuto”, ha dichiarato Faustini all’IPS.

Da luglio 2009, sono circa 150 i volontari provenienti da Italia, Austria, Polonia e Spagna che hanno lavorato alla ricostruzione del villaggio. Sono arrivate anche donazioni in forma di beni; sul sito si può trovare infatti una lista di materiali utili alla costruzione che indica sia la tipologia dei prodotti che le quantità necessarie.

Il terremoto, che ha raggiunto i 5.8 gradi della scala Richter, ha ucciso più di 300 persone e ne ha lasciate senza casa più di 65mila. Il governo italiano ha deciso di costruire 19 ‘new town’ composte da 205 edifici antisismici per una spesa di 700 milioni di euro.

Lo scorso ottobre, nel giorno del suo compleanno, il premier Silvio Berlusconi ha consegnato le chiavi di 400 appartamenti, ma la maggior parte degli edifici è ancora in costruzione. Più di 5mila persone continuano a restare negli alberghi del litorale adriatico. A soffrire di più di questa situazione sono i bambini e gli anziani.

La politica per la ricostruzione attuata dal governo è stata duramente criticata dagli abitanti.

“Il governo ha letteralmente evacuato la città e i paesi. Hanno costruito le new town in aree isolate, sulle terre di coltura, senza alcuna progettazione che guardi al futuro e senza consultare la gente del luogo”, ha affermato Cacio.

“C’erano alternative più veloci e più economiche”, ha aggiunto. “Le nostre case costano 600 euro a metro quadro, gli appartamenti previsti dal governo invece costano 2700 euro a metro quadro”.

Il progetto Eva è stato sviluppato dal Beyond Architecture Group (Bag), specializzato in edifici ecosostenibili. Per otto mesi tre giovani architetti hanno vissuto a Pescomaggiore, cinque di loro in una tenda proprio come gli abitanti del luogo.

“La paglia, in una situazione di emergenza, consente di costruire velocemente le case. Si può trovare in loco ed è quindi sostenibile. Permette l’approccio Do It Yourself, ossia l’autocostruzione, e assicura un eccellente isolamento: durante l’inverno in quest’area di montagna si possono raggiungere anche 15 gradi sottozero”, ha dichiarato Paolo Robazza del Bag.

“Abbiamo condiviso le condizioni di vita dei terremotati per sperimentare una progettazione partecipativa e un processo decisionale che rispettasse gli abitanti”, ha detto Robazza all’IPS. Gli architetti hanno donato al progetto il loro tempo e la loro esperienza.

Lo scorso marzo una coppia di ottantenni si è trasferita nella prima casa di paglia; la seconda casa terminata è attualmente usata come dimora temporanea per i volontari. A fine giugno saranno pronte altre due case.

Non tutti gli abitanti originari del borgo sono voluti restare a vivere nell’ecovillaggio, preferendo trasferirsi con i parenti. Alcuni di loro però collaborano con Misa, che nel tempo ha incorporato attività agricole come l’apicoltura, coordinata da un compaesano di 80 anni che si è trasferito altrove.

“Vogliamo riportare la vita su questa collina”, ha dichiarato Cacio. “Vogliamo creare opportunità lavorative legate al turismo e all’agricoltura e vogliamo far risorgere le attività tipiche della vita quotidiana del villaggio, come per esempio il forno del paese”.

Quando l’antica Pescomaggiore verrà ricostruita, le sette case ecocompatibili verranno riconvertite per ospitare attività sociali e culturali.

I sostenitori che contribuiscono con una donazione di 250 euro diventeranno membri della ‘Tavola Pescolana’ che deciderà l’impiego futuro dell’ecovillaggio.© IPS