ANALISI: Cooperazione Sud-Sud: l’incontro tra Africa e Brasile

Equilibri.net, 31 maggio 2010 (Equilibri) (IPS) – L’Africa ha da tempo instaurato relazioni commerciali, politiche ed economiche su base orizzontale con alcuni Paesi emergenti. Le motivazioni di una tale scelta rispecchiano la ricerca di maggiore equità e reciprocità nelle relazioni internazionali dei Paesi Africani con il resto del mondo. Se infatti le relazioni con i Paesi sviluppati, nell'ambito della cooperazione Nord-Sud, è spesso portatrice di relazioni gerarchiche e verticali, la cooperazione Sud-Sud sembra aprire uno spiraglio per relazione di tipo paritetico.

Nella vasta rete della cooperazione Sud-Sud, il Brasile sembra attualmente giocare un ruolo predominante sull’asse Africa-Sud America, come del resto la Cina sulla direttrice Africa-Asia. Tuttavia se le relazioni con la Cina sono prese maggiormente in considerazione, visto l’importanza strategica di Pechino nello scacchiere internazionale, il ruolo del Brasile in Africa sembra essere sottovalutato.

Il Brasile in Africa, le radici comuni e l’impegno africano

La popolazione brasiliana si attesta a 190 milioni di abitanti, dei quali quasi la metà con origini africane: delle navi negriere che dall’Africa partivano verso il Nuovo Mondo, un terzo era diretto verso le coste brasiliane. La popolazione vive riconoscendo le proprie differenti ascendenze e il Paese sta cercando di tutelare i vari gruppi etnici, riscoprendo le proprie culture originarie.La comunanza etnica e culturale, soprattutto con i Paesi africani a lingua portoghese, rende quindi più facile la cooperazione tra Brasile ed Africa.

Tra i più importanti Paesi in Via di Sviluppo, in quanto fautore di una grande ripresa economica ed industriale, il Brasile coopera con l’Africa tramite diverse organizzazioni, dal G15 alla Comunità dei Paesi a Lingua Portoghese (in Africa: Mozambico, Angola, Principe e San Tomè), sino al più strategico IBSA Forum Dialogue (comprendente India, Brasile e Sud Africa).

Anche nei rapporti con organizzazioni internazionali legate al polo ONU, il Brasile si fa portavoce di politiche sud-sud, come nel caso recente di un accordo con l’ILO (Organizzazione Internazionale per il Lavoro), legato alla salvaguardia del lavoro e alla giustizia sociale (Decent Work and Social Justice) nei Paesi in Via di Sviluppo.

Agli accordi e alle azioni multilaterali si uniscono una serie di relazioni bilaterali che il Brasile sta incrementando nel continente. I partner di maggiore rilevanza vanno comunque individuati nell’Angola, con cui condivide il comune retaggio coloniale portoghese, e nel Sud Africa, forte partner Brasiliano nell’ottica IBSA.

L’apporto del Brasile in Africa investe quindi diverse sfere, che sono di complessa delineazione.In generale, si può parlare soprattutto di una esportazione di tecnologie e know-how, accordi economico-commerciali, idee ed aiuti allo sviluppo in varia misura e modo.

Il meeting Brasile-Africa legato alla sicurezza alimentare

Durante il Forum Brasile-Africa, svoltosi a Maggio a Brasilia, i temi centrali sono stati la sicurezza alimentare, la lotta contro la fame e lo sviluppo rurale. L’incontro, che ha riunito i Ministri dell’Agricoltura di quasi 50 Paesi africani e molte Organizzazioni Internazionali, ha sottolineato come l’agricoltura, intesa principalmente come agricoltura interna e di sussistenza, sia considerata il perno centrale della lotta alla fame.

Nell’Africa Sub-Shariana vari fattori hanno ridotto, o stanno riducendo, la capacità agricola dei paesi coinvolti. Dalle guerre sanguinose sino al cambiamento climatico, che estende le zone desertiche e comprime il periodo della stagione più piovosa, le superfici coltivabili si riducono sempre di più. La mancanza di personale specializzato e di tecnologia (ex. trattori, impianti idrici etc) rendono ancora più difficile la coltivazione della terra, soprattutto di tipo estensivo.

Il Brasile ha voluto così rilanciare una questione cruciale e porsi come leader di questa “rinascita” agricola africana, almeno nell’ottica delle relazioni internazionali sud-sud.Essendo leader mondiale nel settore dell’agricoltura tropicale, e forte di un importante know-how, il gigante latino-americano sta divenendo il centro di riferimento per Paesi con situazioni climatiche e territoriali simili.

Nell’ottica della sicurezza alimentare, e della leadership nella cooperazione sud-sud, il governo brasiliano si è quindi reso, già da tempo, disponibile a condividere le sue conoscenze con i Paesi africani.L’agenzia governativa per la ricerca agricola EMBRAPA, creata nel 1973, ha aperto nel 2006 una sede distaccata nella capitale del Ghana, per essere direttamente presente sul territorio e poter meglio gestire i vari progetti di cooperazione agricola che Brasilia ha instaurato con le varie realtà africane.

Angola – Brasile

Le relazioni con l’Angola si possono definire privilegiate, grazie ad una comunanza linguistica che agevola di molto gli scambi tra i due Paesi. Essendo l’Angola uno dei Paesi più ricchi dell’Africa per disponibilità di materie prime, il Brasile ha un grande interesse nel creare maggiori opportunità economiche e culturali: l'influenza del colosso latino-americano è d'altronde ampiamente riscontrabile nell’evoluzione moderna dei costumi e delle tradizioni del Paese.

A questo monopolio culturale si unisce poi una grande presenza sul territorio di espatriati e imprese brasiliane, insediati già durante la guerra civile. L’approccio multidisciplinare insito nella strategia di cooperazione bilaterale è riscontrabile nel progetto per la sicurezza alimentare portato avanti dal governo angolano, insieme a compagnie private brasiliane.

Per differenziare il settore economico, basato quasi esclusivamente sulle rendite da petrolio, il governo ha deciso di implementare il settore agricolo: in quest’ottica è stato avviato nel Paese un progetto legato alla creazione di una rete di distribuzione di beni di prima necessità, per creare uno sbocco all’agricoltura locale, proteggere il settore dalla concorrenza delle importazioni Sudafricane e migliorare la situazione delle popolazioni rurali.

L’idea di creare dei supermercati statali costruiti con manovalanza locale e poi gestiti solo a livello manageriale da una società brasiliana (la Oderbrecht, da tempo radicata sul territorio), era basata sul concetto di sfruttare ed implementare la produzione indigena, oltre che fornire beni a basso costo. La catena “Nosso Super” (Nostri Supermercati), l'unica del Paese, è risultata invece un centro di vendita per prodotti brasiliani a lunga conservazione e prodotti agricoli Sudafricani trasportati via terra, attraverso la Namibia, o via mare.

Il progetto non sembra dunque dare i risultati sperati, anche a causa di un settore agricolo che continua a presentare delle deficienze strutturali nonostante i finanziamenti FAO messi a disposizione del governo centrale.

La predominanza del “modello brasiliano” in Angola è percepito, nonostante certi accenti monopolistici, come positivo. Luanda spera di poter trarre maggiori vantaggi dalla cooperazione con il Brasile, avvantaggiandosi di una maggiore possibilità di dialogo rispetto alle relazioni con altre super potenze non africane, percepite tra l’altro come più invasive e culturalmente differenti dalla popolazione angolana.

Sud Africa – Brasile

Se lo scenario Brasile-Angola appare ancora fortemente sbilanciato a favore del Brasile, nell’ottica del forum di dialogo IBSA la cooperazione Sud-Sud appare più equilibrata: lo stato di sviluppo del Sud Africa garantisce a quest'ultimo una maggiore capacità di contrattazione su basi paritetiche.

I leader nazionali si sono incontrati più volte, dal 2003 in poi, per discutere di tematiche economiche e sociali: il forum risulta essere soprattutto un centro di concertazione per la definizione di accordi commerciali ed industriali, come quello per la produzione congiunta di missili aria-aria.

Le relazioni economiche tra Brasile e Sud Africa sono in ascesa, come dimostrano i 2.52 miliardi di dollari americani in transazioni commerciali bilaterali nell’anno 2009 e la volontà delle due potenze di incrementare il volume degli scambi . I due Paesi hanno inoltre aperto appositi canali di discussione e concertazione in vista dei Mondiali di calcio previsti in Sudafrica nel 2010 e in Brasile nel 2014, al fine di ottenere migliori risultati organizzativi e cooperare per la realizzazione dell’evento sportivo.

La cooperazione in sede IBSA, iniziata in Sud Africa con il presidente Mbeki, sembra essersi rafforzata ulteriormente grazie alla vittoria di Zuma nel 2008. Il rapporto tra questi e Lula appare molto forte, grazie anche a idee simili tanto sullo sviluppo e il rafforzamento dell’identità nazionale, quanto sul ruolo internazionale dei rispettivi Paesi.

Il petrolio africano e l’interesse brasiliano

Il Brasile ha iniziato, dal 1973 in poi, una silenziosa politica petrolifera in diversi Paesi africani, riuscendo, tramite la sua azienda statale Petrobas, ad ottenere contratti vantaggiosi in svariate aree. Accanto a Nigeria ed Angola, i due principali poli di attrazione degli investimenti brasiliani in questo settore, Petrobras ha stipulato contratti per lo sfruttamento ed estrazione del greggio in Tanzania, Libia e Namibia.

Se in Angola la presenza brasiliana è radicata sin dal 1979, in Nigeria data solo al 1998.In entrambi i Paesi, ma soprattutto nell’aree nigeriana del Delta del Niger, il Brasile sta attualmente creando svariati progetti di cooperazione allo sviluppo legati al settore sanitario e dell’infanzia, proprio per migliorare la sua visibilità sul territorio.

Nel 2007 inoltre Petrobas, insieme ad altre compagnie straniere, ha scoperto in Brasile il più grande giacimento petrolifero del mondo, c.d. “Tupi” (di maggiore entità solo la scoperta in territorio kazako del 2000). Le stime ipotizzano che, una volta iniziato lo sfruttamento dell'area, il Brasile potrebbe diventare il Paese con le maggiori riserve petrolifere mondiali mentre Petrobras potrebbe superare Shell e Chevron in quanto a capacità estrattive.

In quest'ottica il rafforzamento dei rapporti tra la compagnia statale brasiliana e l'Africa è considerato un fattore altamente strategico: attraverso la propria controllata il governo di Brasilia potrebbe infatti arrivare a detenere una quota assolutamente rilevante del flusso petrolifero mondiale.

Le motivazioni

Le motivazioni per un impegno sempre maggiore del Brasile in Africa vanno cercate nel desiderio brasiliano di attestarsi come potenza mondiale, aggirando il blocco di resistenza delle “vecchie” potenze come Stati Uniti, Russia e Cina, e cercando un nuovo polo di riferimento nei Paesi in Via di Sviluppo.

La volontà di ridisegnare le istituzioni internazionali, a partire dal Consiglio di Sicurezza ONU –nel quale il Brasile cerca un seggio permanente-, insieme alla volontà di svilupparsi verso l’esterno contrastando il modello Statunitense ed Europeo e ricercandone uno nuovo, legato a Paesi con lo stesso retaggio di stampo coloniale, fa si che il Brasile si esponga molto sul piano della cooperazione sud-sud.

Vanno in ultimo aggiunte le motivazioni legate al controllo di risorse strategiche come il petrolio. Lo scenario africano rappresenta per il Brasile, e le potenze straniere in generale, un bacino strategico alternativo all'area mediorientale nell'ambito delle risorse energetiche.

Per quanto riguarda l’Africa, e in particolare l'Africa sub-sahariana, le motivazioni appaiono ancora più semplici: cercare vie alternative all’asse nord-sud. All’interno di questo gruppo il Sud Africa sembra avere una posizione differente: il desiderio di Pretoria di raggiungere una posizione internazionale fa si che il Brasile diventi non solo un alleato in economia ma anche in politica internazionale. Un altro elemento è il crescente ridimensionamento del peso del continente africano sul bilanciere delle organizzazioni internazionali. La recente sottoscrizione di nuove quote di capitale della Banca Mondiale, che ha visto aumentare notevolmente il peso specifico di potenze emergenti come la Cina, ha tuttavia penalizzato diversi Stati dell'Africa Sub-sahariana. Questo fattore, unito alle già esistenti modalità di voto della Banca Mondiale, ha fatto sì che il potere contrattuale di questi Paesi ne uscisse indebolito, deludendo fortemente le aspettative africane.

Conclusioni

La delusione crescente verso un modello contraddittorio di interazione con il Nord industrializzato rende la cooperazione sud-sud un polo di grande attrazione per i Paesi emergenti dell’Africa Sub-sahariana.

Gli scenari possibili sono diversi e sicuramente rimane indiscussa la facile permeabilità dell’Africa alla penetrazione economica di nuovi attori alla ricerca di relazioni internazionali più proficue.In quest’ottica il Brasile rivestirà nel tempo una sempre maggiore importanza, giocando saggiamente la carta del Paese Emergente che è riuscito nella sua impresa di riscatto.

A riprova di questo va osservato che il governo brasiliano non ha in alcun modo celato il suo grande interesse per un'espansione della sua presenza in Africa. Dal momento della sua elezione nel 2003 il Presidente Lula ha visitato il continente africano ben 10 volte, mentre il Ministero per gli affari Esteri ha creato sul territorio 16 nuove ambasciate.

Essendo la politica brasiliana meno invasiva di quella cinese, e la potenza brasiliana ancora troppo sottovalutata rispetto ad altre, la sua presenza nel territorio africano non suscita attualmente preoccupazione nelle maggiori cancellerie mondiali: appare tuttavia certo che il Brasile rivestirà, nel tempo, un ruolo sempre più rilevante nelle economie e culture africane. © Equilibri