COMMERCIO-GHANA: La principale beneficiaria degli EPA sarà l’UE

ACCRA, 16 novembre 2007 (IPS) – Se il governo del Ghana avesse usato le proteste della società civile come linee guida per l’orientamento dei negoziati sugli accordi di partnership economica (EPA) con l’Unione Europea (Ue), le consultazioni si sarebbero già concluse.

Il messaggio al governo è stato chiaro: gli EPA non miglioreranno il commercio tra il paese e i suoi partner commerciali europei. Purtroppo, non sempre i governi consultano la popolazione su questi temi.

La società civile aveva dichiarato apertamente la sua posizione al momento delle trattative sugli EPA dell’Ue con la Comunità economica degli stati dell’Africa occidentale (ECOWAS), e altri raggruppamenti.

Nella sua forma attuale, gli EPA priveranno la maggior parte dei piccoli agricoltori del loro sostentamento, ha dichiarato Mohammed Adam Nashiru, presidente del Ghana Trade and Livelihood Coalition Campaign (GTLCC), durante un incontro di agricoltori organizzato dalla GTLCC a Tamale, nel nord del paese.

Circa il 60 per cento dei lavoratori del Ghana opera nel settore agricolo, principale fonte di sostentamento per gli abitanti di quel paese e che fornisce il 35 per cento del prodotto interno lordo (PIL) nazionale.

Le dichiarazioni di Nashiru si basano su uno studio della Commissione economica delle Nazioni Unite per l’Africa, secondo il quale il Ghana perderebbe in profitti l’equivalente dell’otto per cento del suo PIL. L’industria avicola e le aziende di pomodori si rivelerebbero le strutture più a rischio per le conseguenze degli EPA.

Gli industriali del paese, riuniti nell’Associazione delle industrie del Ghana, cercano di esercitare pressione anche sul governo.

Il direttore esecutivo, Cletus Kosiba, in un’intervista rilasciata all’IPS da Accra, ha dichiarato di non opporsi alla liberalizzazione del mercato. La liberalizzazione ha certamente il suo lato positivo, il timore principale è come questa liberalizzazione verrà gestita in base ai negoziati sugli EPA.

Secondo Kosiba, le industrie del Ghana non sono nella posizione di competere con le loro controparti europee, date le difficili condizioni nelle quali operano.

Esiste un’esigenza di migliorare la competitività delle industrie nel paese. Secondo Kosiba, si potrebbe trarre profitto da qualunque regime di liberalizzazione, ma solo garantendo un sostegno alle industrie locali per estendere la loro capacità.

Secondo Kosiba i negoziati dovrebbero essere posticipati di tre anni. Questo periodo supplementare sarebbe utile per creare strutture per il miglioramento delle industrie in termini di capacità e di condizioni, il che consentirebbe ai paesi africani di godere realmente delle opportunità offerte dal regime di liberalizzazione degli EPA.

Finché ciò non accadrà, prosegue Kosiba, qualunque tentativo di imporre una liberalizzazione all’ingrosso, come previsto dagli EPA, servirà solo a uccidere le giovani industrie.

Come esempio, ha citato l’industria per la lavorazione della frutta. Nella sua forma attuale, per gli esportatori di ananas lavorate non c’è modo di competere con le loro controparti europee, dato il costo delle strutture. L’ananas è uno dei primi prodotti esportati dal Ghana.

Kosiba ha inoltre citato l’afflusso delle merci cinesi come una minaccia imponente alla sopravvivenza delle industrie nazionali. Il governo del Ghana non è stato in grado di fare niente al riguardo, ha proseguito, pertanto qualunque ulteriore apertura del mercato non porterà nient’altro che la distruzione delle industrie in competizione.

Nonostante le proteste, il presidente del Ghana John Kufuor sembra incerto sulla posizione da adottare circa gli EPA, e ha dato segnali incerti sulla posizione del paese nei negoziati.

A settembre, rivolgendosi all’Assemblea Generale delle Nazioni Unite a New York, Kufuor ha chiesto all’Ue di dare all’Africa il tempo sufficiente per pensare agli EPA, prima di firmare.

L’unica eccezione sono le esportazioni di cacao. Il cacao è la prima merce di esportazione del Ghana, e qualunque rovesciamento nella produzione danneggerebbe enormemente il paese. In un discorso del 12 ottobre ad Accra, Kufuor ha invitato i produttori di cacao a restare uniti contro l’imposizione delle tariffe sui prodotti di cacao per i paesi europei.

In un incontro di ministri dei paesi dell’Associazione dei produttori di cacao (COPAL), il presidente ha dichiarato che opporsi all’imposizione delle tariffe sarebbe una via certa per garantire la sostenibilità dell’industria del cacao.

Se gli EPA non verranno firmati dal Ghana, il 30 per cento delle esportazioni del paese, compreso il burro e la pasta di cacao, sarà sottoposto a tariffe rigide, rivela un rapporto scritto da Mayur Patel, ricercatore della Oxford University, per la Realizing Rights Ethical Globalisation Initiative.

Il Congresso dei sindacati ha chiesto a Kufuor di manifestare con chiarezza la sua posizione. Il segretario generale Kwasi Adu-Amankwa ha dichiarato che i lavoratori del Ghana non vogliono nessun accordo con l’Europa, perché turberebbe ulteriormente un settore industriale già sofferente.

Adu-Amankwa non vede gli EPA come una risposta ai problemi del continente, ma li considera piuttosto uno strumento di ri-colonizzazione. Sarebbe l’Ue la principale beneficiaria degli EPA, e la popolazione africana perderebbe anche il poco che ha ottenuto finora, ha aggiunto.

Nei mesi scorsi, Adu-Amankwa aveva usato ogni mezzo per chiedere al governo di resistere alle pressioni e alla manipolazione dell’Ue nella firma degli accordi. Secondo il segretario generale, gli EPA avrebbero implicazioni negative di vasta portata per la produzione nazionale.

Secondo Adu-Amankwa, il Ghana, e l’Africa in generale, subiranno gravi perdite quando gli EPA entreranno in vigore.

Tra i timori, il fatto che l’Ue abbia fatto pressione per inserire negli EPA gli approvvigionamenti del governo, autorizzando i propri fornitori a mettere in difficoltà i fornitori locali e a dissanguare ulteriormente la sofferente economia dell’Africa occidentale, denuncia Adu-Amankwa.

Il vice ministro del commercio, Kwaku Agyeman Manu, ha detto che gli EPA potrebbero garantire un meccanismo di aiuto agli africani nella realizzazione degli obiettivi di sviluppo.

Serve che gli EPA prevedano condizioni di sviluppo reali, che favoriscano l’integrazione e si trasformino in strumenti di sviluppo, per tradurre le promesse in realtà.

Secondo Manu, gli africani possono trarre vantaggio da una maggior apertura del mercato, e assicurarsi che gli EPA divengano davvero uno strumento di sviluppo, ma ciò avverrà solo se il risultato finale dei negoziati sarà la costruzione di capacità produttiva, competitività e incremento industriale, oltre a un miglioramento effettivo del processo di integrazione