OBIETTIVI DEL MILLENNIO: L’impegno di Spagna, Italia e Portogallo

MADRID, 17 luglio 2007 (IPS) – I ministri con delega alla cooperazione allo sviluppo di Spagna, Italia e Portogallo si sono impegnati all’inizio di luglio a creare una associazione mondiale per il raggiungimento degli Obiettivi di sviluppo del millennio (MDG's).

Credit: Campagna del Millennio

Credit: Campagna del Millennio

Nella città spagnola di Alicante, nel sudest di questo paese che si affaccia sul Mediterraneo, il Portogallo era rappresentato da João Cravinho, segretario di stato per gli affari esteri e la cooperazione; la Spagna da Leire Pajín, segretaria di stato per la cooperazione internazionale, e l’Italia dalla viceministra degli esteri Patrizia Sentinelli.

Li accompagnava Eveline Herfkens, coordinatrice esecutiva della Campagna del millennio delle Nazioni Unite (Onu).

I funzionari riuniti hanno giudicato “deludente” il fatto che “continuano ad essere insufficienti” i progressi per il raggiungimento degli MDG, un programma adottato dalla comunità internazionale nel settembre 2000 con traguardi specifici volti a sradicare le disuguaglianze, la fame e la povertà, e per promuovere lo sviluppo sostenibile.

L’evento, organizzato dall’Università di Alicante, è stato celebrato 24 ore prima della scadenza del periodo di medio termine fissato dall’Onu per raggiungere gli MDG's, che sono “l’impegno internazionale più rilevante nella lotta contro la povertà”, come ha detto Pajín all’IPS.

La scadenza è prevista per il 2015, ma secondo i firmatari della dichiarazione, l’impegno non sarà assolto se non si adotteranno delle misure concrete.

È fondamentale che i paesi del Nord apportino “aiuti migliori e più consistenti”, e a tale scopo “è necessaria un’azione urgente, decisa e congiunta”, si afferma nella dichiarazione del 6 luglio.

Il governo spagnolo di Luis Rodríguez Zapatero si è impegnato ad arrivare alla fine del suo mandato, nel 2008, a raggiungere lo 0,5 per cento del prodotto interno lordo (PIL) in aiuti allo sviluppo. Se verrà rieletto, come spera, promette di arrivare all’obiettivo dello 0,7 per cento entro il 2012.

Lo scorso anno, gli aiuti provenienti dalla Spagna ammontavano allo 0,35 per cento del PIL.

Di fatto, gli unici paesi ricchi che hanno superato l’obiettivo dell’Onu di destinare lo 0,7 del PIL allo sviluppo nel mondo povero sono Svezia, Lussemburgo, Norvegia, Olanda e Danimarca, secondo l’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico (OCSE).

Nel 2006, gli aiuti allo sviluppo sono calati del cinque per cento, ha dichiarato l’OCSE in un rapporto divulgato quest’anno.

Ad Alicante, tuttavia, i tre governi si sono impegnati a creare un’associazione mondiale per lo sviluppo, come si enuncia nell’obiettivo numero otto, dove ciò che conta sono lo sviluppo locale, la cooperazione decentrata, la partecipazione della società civile e gli sforzi congiunti e coordinati con partner multilaterali.

Hanno poi promesso di alzare la voce e di “fare tutto ciò che è in nostro potere, a titolo personale e insieme alla Campagna del millennio dell’Onu, per sensibilizzare maggiormente i nostri cittadini sugli Otto Obiettivi del millennio, e sulle azioni risolute necessarie per lottare contro la povertà nel mondo”.

In ciò che voleva essere una dimostrazione di questo impegno, nel vicino centro turistico di Benidom centinaia di residenti e turisti si sono immersi nelle acque marine “in un tuffo solidale”. Un’adesione altrettanto insolita si è ripetuta tra i bagnanti della spiaggia portoghese di Carcavelos, e in Italia, all'Aquafan di Riccione, con lo slogan: “Tuffati nella lotta contro la povertà”.

Nel frattempo, i ministri hanno concordato sulla necessità di prestare un’attenzione speciale all’Africa, per i problemi politici e sociali che attraversano i paesi di questo continente, e in particolare per il grado di povertà che colpisce i suoi abitanti.

Secondo l’ultimo rapporto Onu, sono stati realizzati “chiari progressi” verso l’attuazione degli MDG's, ma “il loro successo finale resta ancora incerto”.

Nel 1990 c’erano 1.250 milioni di persone in condizioni di povertà estrema, mentre nel 2005, 980 milioni. Allo stesso tempo, il consumo dei più poveri è crollato dal 4,6 al 3,9 per cento del totale dei consumi.