MEDIA: La comunicazione Sud-Sud più debole dei flussi commerciali

RIO DE JANEIRO, 27 novembre 2006 (IPS) – La forte espansione commerciale tra paesi in via di sviluppo ha creato “una nuova geografia del commercio globale”, tuttavia, rispetto a questo e ad altri processi che hanno aumentato il peso del Sud nel mondo, le informazioni rimangono deboli .

Mai prima d’ora l’importanza della comunicazione Sud-Sud era stata così evidente come oggi, ha dichiarato il sottosegretario alle Nazioni Unite e alto rappresentante per i paesi meno sviluppati, Anwarul Chowdhury, alla conferenza organizzata la settimana scorsa a Rio de Janeiro dall’agenzia di stampa internazionale Inter Press Service (IPS).

Molti paesi nel mondo in via di sviluppo si sono distinti in campi come salute, istruzione, agricoltura, arti e moderne tecnologie, ma nonostante ciò e malgrado i progressi nelle infrastrutture della comunicazione, rimane più facile per loro comunicare con il Nord anziché con gli altri paesi del Sud, ha aggiunto Chowdhury.

Il mondo è cambiato, generando una nuova mappa delle relazioni politiche ed economiche, ma il flusso dell’informazione non si è sviluppato secondo gli stessi criteri, ha detto il direttore generale dell’IPS Mario Lubetkin.

Lubetkin ha ricordato il dibattito sul Nuovo ordine internazionale dell’informazione, che risale a 30 anni fa, e che oggi può essere ripreso con spirito “meno ideologico, più pragmatico”, con l’obiettivo di ridurre lo squilibrio tra Nord e Sud.

Il seminario su “La nuova dimensione delle comunicazioni Sud-Sud e Sud-Nord”, ha riunito circa 80 partecipanti, fra componenti del management dell’IPS, giornalisti, delegazioni governative, agenzie internazionali e organizzazioni non governative, in questa che era anche la riunione annuale del Support Group dell’IPS.

Come primo esempio del processo di trasformazione globale, si è discussa l’alleanza tra India, Brasile e Sud Africa (IBSA).

Diversi partecipanti hanno contestato la stampa corporativa: i governi prendono decisioni che danneggiano altri paesi senza conoscere i fatti reali, basandosi solo sull’informazione che arriva attraverso i media secondo l’”ottica del Nord”, ha detto Samuel Pinheiro Guimaraes, vice ministro degli esteri brasiliano.

Secondo Guimaraes, esiste un movimento per “consolidare la concentrazione del potere nel sistema politico internazionale”, riferendosi ai paesi più ricchi, che cercano di “perpetuare i loro privilegi” a danno della “periferia”.

I tentativi per “decentralizzare” questo potere, come l’IBSA e la politica estera dell’attuale governo brasiliano, devono affrontare ostacoli enormi, prosegue Guimaraes.

Il dinamismo energetico del Sud non appare abbastanza forte per invertire questa tendenza, mentre continua a crescere il gap di reddito e quello tecnologico tra i paesi centrali e periferici, ha evidenziato il politico brasiliano.

Le ragioni strutturali alla radice della colonizzazione europea verso i paesi del Sud prevalgono tuttora, e ciò si riflette nella natura dei media, secondo Thabo Masebe, capo del Sistema di informazione e comunicazione del governo del Sud Africa.

Per abbattere questo stato di cose, Dumisani Kumalo, presidente del Gruppo dei 77, il più grande blocco nelle Nazioni Unite con 132 paesi in via di sviluppo più la Cina, ha sottolineato l’esigenza di una maggiore formazione e interazione per rafforzare la comunicazione, proponendo la creazione una rete di informazione del Sud, coordinata dall’IPS.

L’agenzia di stampa IPS ha sostenuto diverse iniziative giornalistiche intraprese da agenzie nazionali e altri media nel mondo in via di sviluppo.

Tuttavia, la sempre maggiore concentrazione dei media nelle mani di pochi continua ad ampliarsi nel mondo, e il giornalismo diventa ancora più omogeneo in base alle ragioni economiche, a danno dei valori umani, ha detto Roberto Savio, presidente emerito dell’IPS e capo del suo consiglio di amministrazione internazionale.

I giornali stanno perdendo ogni anno il 4,5 per cento dei lettori in un momento in cui la popolazione mondiale cresce ogni anno dell’1,8 per cento, e l’età dei lettori sta aumentando, ha aggiunto Savio.

Gli stati sono chiaramente “incapaci di formulare politiche di informazione e comunicazione”, ha ribadito Savio, sottolineando l’importanza di organizzare la società civile per trovare delle soluzioni.

L’ambasciatore Hardeep Puri, rappresentante permanente dell’India alle Nazioni Unite, ha espresso un altro punto di vista. Secondo lui, il flusso di informazioni nel Sud sta cambiando – ad oggi in maniera impercettibile – nella direzione delle trasformazioni commerciali.

Questo è evidente nel caso dell’IBSA: l’ambasciatore ha fatto notare come, con il consistente aumento del commercio tra i tre paesi, soprattutto tra India e Brasile, oggi vi sono corrispondenti brasiliani in India.

Con l’aumento delle attività commerciali, ha aggiunto, si è intensificato lo scambio delle visite di alti funzionari di governo dei due paesi, i voli di linea sono sempre più diretti, e si sta allargando il dialogo tra le organizzazioni della società civile in India e in Brasile.

Francisco Whitaker, il brasiliano che quest’anno ha vinto il Premio Right Livelihood Award, noto anche come “Premio Nobel alternativo”, ha parlato della storia e dei successi del Forum Sociale Mondiale, l’incontro annuale della società civile che – al motto “Un altro mondo è possibile” – promuove “un networking orizzontale”.

Il giornalista brasiliano Arnaldo Cesar Ricci Jacob, ex corrispondente IPS e attualmente capo redattore a Rio de Janeiro della rete televisiva Bandeirantes, ha sottolineato l’importanza della televisione in Brasile, fonte di informazione per quasi tutta la popolazione.

Le sette reti televisive raggiungono il 99,6 per cento della popolazione brasiliana di 187 milioni di persone, ma questo paese è “introspettivo” , ha proseguito, quindi i media non sono molto interessati alle relazioni internazionali.

L’incontro si è chiuso con un discorso di Carlos Tiburcio, consulente speciale del Presidente Luiz Inácio Lula da Silva, che ha indicato almeno tre organizzazioni create in Brasile per il controllo sui media, segno dell’impegno speso per giudicare le responsabilità e promuovere l’affidabilità nel giornalismo.

Questo movimento è cresciuto dalle elezioni di ottobre, che hanno riconfermato Lula alla presidenza. Durante la campagna, ha concluso Tiburcio, la stampa ha giocato un ruolo dominante nel ”gonfiare” gli scandali di corruzione di questo governo, attribuendo la colpa a membri dell’esecutivo e del partito dei lavoratori, schieramento di maggioranza, mentre le indagini sui relativi casi erano ancora in corso da parte del parlamento e dei tribunali.