COLOMBIA: Ultime notizie dalle FARC

BOGOTA’, 20 Aprile 2006 (IPS) – “Lo scrittore deve mettersi sia nei panni della vittima che in quelli dell’assassino”. La frase dell’algerina Assia Djebar, che si addice anche al giornalismo, spiega bene la portata di “Ultime notizie dalla guerra”, romanzo-reportage del giornalista colombiano Jorge Enrique Botero.

In Colombia, un paese in guerra per decenni, i giornalisti sono costretti a tralasciare centinaia di notizie per non mettere in pericolo persone o comunità rivelando particolari su villaggi e strade, o riportando conversazioni.

Botero, noto giornalista colombiano, è riuscito ad avvicinare i diffidenti guerriglieri contadini delle Forze Armate Rivoluzionarie della Colombia (Farc), nate nell’aprile del 1964. Denunciando i suoi leader si possono ottenere compensi esorbitanti e persino, negli ultimi anni, un visto per gli Stati Uniti e una falsa identità come ricompensa.

Molto premiato ma spesso anche censurato, Botero, che tra poco compirà 50 anni, si avvicina per la seconda volta a questa realtà con il libro “Ultime notizie dalla guerra”, pubblicato dalla Random House Mondadori a Bogotà. Il precedente romanzo con lo stesso tema, pubblicato dalla stessa casa editrice, è del 2004 e si intitolava “Aspettami in cielo, capitano”.

Oltre alle Farc, il principale gruppo armato clandestino, partecipano al conflitto l’Esercito di liberazione nazionale, di sinistra, e i gruppi di “Autodifesa” della Colombia, dell’estrema destra, coinvolte negli ultimi anni in un controverso processo di disarmo a seguito delle negazioni con il governo di Alvaro Uribe.

Botero è stato l’unico scrittore capace di accedere a quasi tutti gli ostaggi e prigionieri di guerra nelle mani delle Farc, ad eccezione dell’ex candidata presidenziale Ingrid Betancourt, all’amica e stretta collaboratrice Clara Rojas e ad alcuni altri politici.

Anche lui, come altri giornalisti colombiani, è stato contattato da alcuni funzionari statunitensi che gli hanno promesso, se avesse rivelato le sue fonti, tanto denaro da poter smettere di lavorare per tutta la vita.

In questo contesto si inserisce il romanzo-reportage di Botero, scritto sullo stile dei racconti e delle opere teatrali colombiane degli anni ’60 che raccontavano episodi della guerriglia cercando di aggirare la censura.

Il genere del romanzo-reportage parte da fatti assolutamente certi e da personaggi esistenti, per mostrare istantanee e profili raccolti nel corso di numerose missioni giornalistiche, fornire indizi sulle ragioni profonde dei conflitti e recuperare dal passato storie dimenticate.

“Ultime notizie dalla guerra” ha generato una certa agitazione rivelando che Clara Rojas, 43 anni, avrebbe avuto un figlio due anni fa da un guerrigliero. Una notizia immediatamente diffusa dalla stampa nazionale e internazionale. Il giornalista spiega che in genere fra i guerriglieri la violenza viene punita con la fucilazione, ma non in questo caso. Anche se “solo Clara può dire quanta libertà di scelta abbia avuto”, ha detto all’IPS Carlos Rodríguez, direttore operativo della Commissione legale colombiana.

La copertina segnala che il libro di Botero fa parte della collana “Testimonianze”, su etichetta “Dibattiti”. E il dibattito in Colombia si è subito incentrato sulla violazione della privacy dell’ostaggio, ex professore di diritto economico e nubile, da parte del giornalista, specialmente considerando il fatto ch’egli non ha potuto intervistarla.

Quasi tutti i giornalisti locali hanno ammesso che, se lo scoop fosse passato per le loro mani, lo avrebbero senz’altro pubblicato. Anche se Carlos Lozano, direttore del settimanale comunista Voz, ha detto all’IPS di aver appreso la notizia un anno e mezzo fa ma di non averla rivelata perché “non avevamo la possibilità di spiegare il contesto, dato lo spazio ridotto”.

Nell’apprendere la notizia, la madre dell’ostaggio si è commossa, e ha annunciato che se lei stessa non giudica il comportamento della figlia, nessun’altro ha il diritto di farlo; in seguito uno dei suoi figli ha parlato di una causa per diffamazione. Alla fine, la famiglia ha comunicato che avrebbe rinunciato all’azione giudiziaria.

La reazione istantanea di organizzazioni come il Circolo dei giornalisti di Bogotà, tra le altre, ha bloccato i tentativi di proibire la diffusione del libro.

Di Betancourt e Rojas, l’autore del libro ha detto di sapere con certezza che sono rimaste insieme, almeno in alcuni periodi della loro prigionia, e ha confermato la notizia già pervenuta all’IPS da un’alta fonte della guerriglia, che l’ex candidata presidenziale starebbe impartendo corsi di francese nella selva, mentre nel pomeriggio si dedicherebbe alla scrittura.

L’informazione più importante dal punto di vista militare rivelata dal romanzo è che la guerriglia avrebbe le risorse per acquistare missili terra-aria, per uso antiaereo, ma, secondo uno dei leader delle Farc “i trafficanti di armi dicono che l’unica cosa proibita dai gringos nel mercato nero è la vendita di missili ai guerriglieri”.

In un articolo pubblicato dalla stampa nazionale, Botero aveva raccontato di un guerrigliero che insegnava ad uno dei suoi uomini a leggere utilizzando uno dei libri di Karl Marx.

In “Ultime notizie dalla guerra”, una giovane abitante delle vaste regioni colombiane abbandonate dallo stato descrive così il proselitismo delle Farc: “Noi non avevamo mai visto un gringo da queste parti, ma ci hanno detto che sono loro i colpevoli principali della nostra povertà”.

Così, Botero continua a tratteggiare finemente i paradossi della vita nella guerriglia, uno dei segreti più occultati della Colombia. Nel suo racconto ci sono combattenti pieni di dubbi e debolezze, ed altri sopraffatti dalla follia a causa del conflitto.

Ma i guerriglieri provano anche piacere nel combattimento: “Mi piace il piombo, il fremito prodotto dagli spari, la sete che ti invade”, racconta la ribelle protagonista del racconto.

In diversi passaggi, Botero racconta la stanchezza dei combattenti, il loro disprezzo per la guerra (quando non è crudele, è ridicola, dice la stessa donna), i loro dubbi sulla vittoria militare, la loro convinzione che non importa quanto piombo sia stato sparato, tanto prima o poi l’unica soluzione possibile al conflitto arriverà dall’accordo politico.

Visioni che convivono con la speranza che la fine della guerra è vicina, riscontrata anche dall’IPS tra i giovani combattenti. Qualcuno pensa che arriverà il giorno in cui questo esercito irregolare giungerà “a Bogotà, più precisamente nella piazza di Bolívar”, cuore politico del paese.

“Ma prima della vittoria ci sarà un accordo per fermare gli spari. E poi, senza lasciare le armi, saremo la forza politica più importante del paese, fino a raggiungere il potere, così come è scritto nel Piano strategico”, commenta un giovane nel libro, riferendosi al percorso disegnato dalle truppe.

Botero evidenzia alcune delle ragioni che spingono uomini e donne a entrare nelle fila della guerriglia, e che anche l’IPS ha spiegato in diverse occasioni.

Qualcuno è entrato dopo il massacro contro l’Unione patriottica, il movimento di sinistra sorto dagli accordi di pace tra le Farc e il governo di Belisario Betancur (1982.1986), poi cancellato a suon di proiettili dalla mappa politica della Colombia. Altri, perseguitati per le loro attività sociali o sindacali, si sentono più sicuri con un fucile in mano.

La popolazione socialmente vulnerabile vede la guerriglia come “un destino inevitabile, quasi l’unico possibile”. Sono i giovani delle lontane zone di confine agricolo, dove si coltiva la coca, e molte donne vivono di prostituzione.

Qui, la macerazione delle foglie di coca per ottenere la pasta base, prodotto intermedio nella preparazione della cocaina, genera “rendimenti reali, non come nelle banche, e con i buoni o la borsa”, si racconta nel libro.

In questo ambiente fatto di violenza familiare, i più giovani sono ammirati dai guerriglieri perché sono “ben nutriti” e perché “sono parte di qualcosa”. Alcuni si uniscono alla guerriglia senza il consenso dei genitori, anche se mai forzatamente, poiché l’accesso è volontario.

Il reclutamento dei giovani nelle Farc è previsto a partire dai 16 anni, ma sono molte le eccezioni. “Lei ha davanti a sé una donna che chiede di diventare guerrigliera, ma che può finire per diventare puttana”, dice al comandante locale una ragazza di 15 anni, figlia di una prostituta, per convincerlo ad accettarla nelle sue fila.

Il libro racconta poi della presenza di stranieri nelle Farc, come combattenti semplici e senza un compito speciale, e ricorda che mentre era in vigore la zona demilitarizzata, creata dal governo di Andrés Pastrana (1998-2002) per dialogare con la guerriglia, si tenevano corsi di addestramento dei ribelli per gli abitanti delle città.

Erano tempi in cui “la guerriglia si muoveva in queste terre dettando legge e organizzando la popolazione, come se fossero cittadini di un altro paese. Cittadini della Nuova Colombia, dicevano”.

Per alcuni, in vaste aree e per molti anni, le Farc sono state l’autorità che risolve questioni come “i divorzi e i matrimoni, persino il furto di una gallina, le liti per i confini, il prezzo del latte e la salute delle prostitute”. I leader locali controllano anche “scuole, strade, centri di igiene e dogane”.

Il libro descrive cittadelle guerrigliere nella selva con aule, mensa, infermeria, dentisti, sala chirurgica, attrezzature per radiografie, uffici e tipografia con laboratorio di fotografia. C’è anche una delle emittenti radiofoniche locali delle Farc.

Molti colombiani, dalla foto in copertina scopriranno per la prima volta l’esistenza e le dimensioni delle trincee, impressionanti percorsi di diversi chilometri scavati nella terra umida e profondi due metri, e che anche l’IPS ha potuto vedere.

Botero racconta anche le sconfitte militari come l’espulsione delle Farc dai dintorni di Bogotà, il principale successo di Alvaro Uribe cominciato nel 2002. Riferisce poi che, nei bombardamenti indiscriminati contro le zone della guerriglia, le forze militari distruggono fattorie di civili, notizie sempre ignorate dai media.

Nel libro si rivelano poi violazioni del diritto internazionale umanitario da parte della guerriglia, come l’uccisione di esponenti delle autorità locali o gli attacchi ai mezzi di trasporto civili.

Alla fine, la guerriglia non è molto diversa da qualunque altro gruppo di esseri umani.

Si vedono “i leccapiedi che elogiano il loro capo, i capi nella loro routine quotidiana, le ragazze che cercano marito”.

Ma anche casi di abusi da parte dei superiori, benché i combattenti semplici si sentano protetti dal regolamento e, anche se ignorati, possano discutere i loro punti di vista con i leader.

Allo stesso tempo, Botero ritrae diverse immagini di cameratismo tra i combattenti semplici e i loro capi. Immagini inconcepibili nelle istituzioni militari tradizionali.