TERRA FUTURA 2011: Democrazia e voto, diritti irrinunciabili

Roma, 6 maggio 2011 (IPS) – Presentata ieri a Roma l’ottava edizione di Terra futura, la mostra-convegno internazionale dedicata alle buone pratiche di sostenibilità ambientale, economica e sociale che si svolgerà dal 20 al 22 maggio alla Fortezza da Basso a Firenze.


“Tanti torrenti e un unico fiume: questa è Terra Futura, che è cresciuta negli anni con il moltiplicarsi di iniziative e presenze, accreditandosi come tavolo di incontro e dialogo per soggetti diversi fra loro, ma tutti impegnati nella cura dei beni comuni” ha spiegato Sabina Siniscalchi, consigliere di amministrazione di Banca Popolare Etica.

Al centro dell’ottava edizione, la cura dei beni comuni “come esercizio di democrazia e pratica di cittadinanza attiva”, ha ricordato Siniscalchi, a poche settimane dall’appuntamento dei referendum del 12 e 13 giugno.

“L’acqua e i beni pubblici di primaria necessità non possono sottostare a criteri commerciali”, ha dichiarato Maurizio Gabbiotti, coordinatore segreteria nazionale di Legambiente. “Il servizio idrico, infatti, deve continuare a rispondere a criteri di pubblica utilità con una gestione rigorosa e trasparente che ne garantisca a tutti il libero utilizzo”.

“Mettere in forse il referendum significa ridiscutere il diritto di voto e partecipazione dei cittadini. È una partita troppo importante”, ha detto Gabbiotti, invitando a non abbassare i riflettori neppure sul nucleare. Crisi economica e ambientale si legano indissolubilmente, come emerge dal consueto rapporto Ecoprofughi di Legambiente che torna a Terra Futura con i dati aggiornati su quanti sono costretti a lasciare il proprio paese a seguito dei disastri climatico-ambientali.

E l’informazione, sono tutti d’accordo, è un altro dei diritti fondamentali da difendere. Secondo il rapporto 2010 sulla libertà di informazione dell’Unesco, l’Italia è al settantacinquesimo posto su 196 stati presi in esame.

“Siamo un Paese parzialmente libero, dunque parzialmente democratico. Ciò assegna alle nostre organizzazioni compiti e responsabilità precise”, ha puntualizzato Andrea Olivero, presidente di Acli nazionale.

“La libertà di informazione è uno dei grandi presidi per la tutela dei beni pubblici. Al contrario, le recenti vicende referendarie hanno testimoniato il bavaglio imposto ai media, nella speranza che i cittadini non discutano di beni essenziali come acqua o energia e si dimentichino del referendum, strumento decisivo per la qualità della democrazia. Terra Futura lavora anche affinché ognuno di noi si senta chiamato a partecipare immaginando forme nuove di cura dei beni comuni, che debbono essere non solo nella disponibilità di tutti, ma anche gestiti dalla società civile”.

La tutela dei beni comuni è la via da perseguire per porre argini alla crescita illimitata senza rischiare la decrescita. “Le nostre classi dirigenti non sono né attrezzate né interessate a un simile cambiamento, ma dal basso la consapevolezza della sua necessità è sempre più diffusa. A provarlo sono anche i referendum che si terranno a breve, frutto non di giochi politici di palazzo, ma sollecitati da una mobilizzazione di migliaia di cittadini”, ha detto Paolo Beni, presidente di Arci nazionale.

“Il referendum sull’acqua pubblica è stato chiesto da un milione quattrocentomila cittadini”, ben aldilà delle cinquecentomila firme necessarie. “La risposta di politica e istituzioni è non solo insoddisfacente, ma addirittura deprimente: cercano di depotenziare questo appuntamento di partecipazione popolare, oscurandolo in ogni modo. Terra Futura semina pensiero critico, promuovendo il confronto su questi temi per dimostrare che il cambiamento è possibile anche dal basso”, ha detto Beni.

Anche il lavoro è un bene comune ed è fortemente interconnesso ai diversi temi della sostenibilità. “Sta qui il senso dell’essere presenti come sindacato a Terra Futura; riteniamo che fra i nostri compiti rientri quello di avere cura anche di chi, non vivendo di rendita, ha bisogno di altre tutele”, ha detto Bruna Massa, segretaria regionale di Fiba Cisl Toscana, ricordando che “la conflittualità interna di istituzioni e forze sociali fa oggi molto più rumore dell’impegno unitario dei sindacati in molti ambiti. Non è un caso se a Terra Futura le federazioni dei bancari di Cisl, Uil e Cgil rifletteranno assieme sulla nuova rappresentazione del lavoro nel mondo che cambia”.

Alla Fortezza da Basso, un ampio panorama delle buone pratiche già esistenti e sperimentate nelle nostre città e sui territori: prodotti, progetti e percorsi, frutto di scelte e azioni di vita, di governo e di impresa che sono l’unica strada possibile verso un futuro più equo e sostenibile. Nella vasta rassegna espositiva, articolata in 13 diverse sezioni tematiche, numerosi i settori rappresentati: tutela dell’ambiente, energie alternative, finanza etica, commercio equo, agricoltura biologica, edilizia e mobilità sostenibili, turismo responsabile, e ancora consumo critico, welfare, impegno per la pace, solidarietà sociale cittadinanza attiva e partecipazione.

L’evento propone anche un programma culturale fitto, fra seminari, dibattiti e convegni con esperti e testimoni dei diversi ambiti; e ancora numerosi workshop e laboratori, per far sperimentare ai visitatori come sia possibile declinare la sostenibilità a partire dal quotidiano di ciascuno.

Terra Futura è promossa e organizzata da Fondazione culturale Responsabilità Etica Onlus per il sistema Banca Etica, Regione Toscana e Adescoop-Agenzia dell’economia sociale, in partnership con Acli, Arci, Caritas Italiana, Cisl, Fiera delle Utopie Concrete e Legambiente.

IPS seguirà Terra Futura dal 20 al 22 maggio con approfondimenti, interviste, segnalazioni.

Per consultare il programma, www.terrafutura.info/