FSM: Le rivoluzioni di Egitto e Tunisia, fonte d’ispirazione per il Forum sociale mondiale

DAKAR, 8 febbraio 2011 (Terraviva) (IPS) – La rivoluzione del gelsomino in Tunisia e la rivolta popolare pronta a rovesciare il presidente Hosni Mubarak da trent’anni al potere in Egitto, sono fonte di ispirazione e di entusiasmo per i delegati presenti al Forum sociale mondiale che si è aperto domenica a Dakar, Senegal.

Gli attivisti a Dakar traggono ispirazione dalle rivolte in Egitto, Tunisia e altrove Abdullah Vawda/IPS TerraViva

Gli attivisti a Dakar traggono ispirazione dalle rivolte in Egitto, Tunisia e altrove
Abdullah Vawda/IPS TerraViva

Tra scene caotiche di partecipanti alla disperata ricerca di un luogo per gli incontri, dopo la cancellazione degli spazi prenotati presso l’Università Cheikh Anta Diop, alcuni delegati hanno scelto di portare il loro dibattito in locali e spazi improvvisati fuori dal campus.

Le sedi ad hoc non hanno frenato l’entusiasmo dei circa sessantamila delegati venuti da ogni parte del globo per partecipare all’evento annuale.

Uno dei dibattiti che ha appassionato le centinaia di persone che lo hanno seguito, è quello di un tunisino che ha partecipato in prima linea nella rivoluzione del gelsomino di gennaio. L’uomo, di 55 anni, un attivista del partito comunista, è intervenuto all’incontro People to People’s Dialogue, organizzato da Pambazuka, African People’s Dialogue e Rete per la giustizia climatica presso il Centro Rosa Luxemburg di Dakar.

Fathi Chankhi è un attivista da 30 anni. Ai delegati ha spiegato che la rivoluzione tunisina è partita dai contadini nelle aree rurali.

Mohamed Bouazizi, il venditore di frutta che si è dato fuoco dopo che i suoi prodotti erano stati confiscati arbitrariamente dalla polizia il 17 dicembre scorso, era cresciuto nel villaggio di Sidi Salah; come molti altri, la sua famiglia si era trasferita nella città vicina in cerca di una vita migliore.

Migliaia di persone si sono ispirate al suo atto di sfida, e dopo la sua morte, avvenuta il 4 gennaio in seguito alle ferite riportate, le frustrazioni accumulate da quell’uomo e da milioni di persone come lui si sono scatenate con un impeto che ha già costretto alla fuga un presidente tiranno, e ne minaccia molti altri.

“Dalla lotta, stiamo cercando di creare una rivoluzione e di capire i diversi significati della nuova situazione del paese”, ha detto Chankhi ai presenti.

“La regione [del Nord Africa] è uno dei pilastri del sistema capitalistico, la regione è il cuore del capitalismo, ed è stato il terreno ideale per far prosperare i dittatori”. È il popolo che li ha fermati – ha detto -, perché ne aveva abbastanza dei dittatori.

La rivoluzione – ha proseguito Chankhi – è stata guidata dai giovani e dai lavoratori che volevano essere liberi. “La rivoluzione in Tunisia è stata mossa dalla volontà del popolo e dalla volontà di liberarsi dei dittatori”.

Durante tutto il dibattito, il pubblico ha applaudito Chankhi al grido di “Viva Tunisia!”. L’attivista del Costa Rica Carlos Aguilar lo ha definito “un discorso ispiratore”.

Per un’altra attivista sudafricana, le rivoluzioni in Egitto e Tunisia sono fonte d’ispirazione per tutti gli africani. Secondo Virginia Setshsedi, di Soweto, “tutti dovremmo trarne una lezione e organizzare i lavoratori al nostro ritorno a casa”.

Chankhi ha affermato che adesso il popolo tunisino sta lavorando insieme, ma ha avvertito che i diversi gruppi non dovrebbero combattersi l’un l’altro. “I giovani sono attivi e la gente sta lavorando insieme”.

“Speriamo che altre persone in America Latina ed Europa possano imparare e trarre ispirazione dalla nostra rivoluzione”, ha detto. “Ci stiamo dirigendo verso un futuro pieno di speranza. Sono molto felice”. © IPS

* Articolo ripreso dalla pubblicazione speciale IPS TerraViva World Social Forum 2011: http://www.ips.org/TV/wsf/category/english/