AMBIENTE-LIBANO: Spazzatura alla moda, in diversi modelli

BEIRUT, 14 gennaio 2011 (IPS) – Wafa Saab, dirigente del colorificio libanese Tinol, ama le idee nuove che tutelano l’ambiente. Al braccio porta una borsa di colore rosa e azzurro, fabbricata con i rifiuti.

Una delle borse fabbricate con i rifiuti Maya Mazloum/Trashy Bags

Una delle borse fabbricate con i rifiuti
Maya Mazloum/Trashy Bags

“Si chiama Borsa Spazzatura” perché, come suggerisce il nome, è fabbricata con i rifiuti raccolti in Ghana”, ha spiegato.

È uno dei modelli più popolari tra i prodotti ecologici dell’impresa Trashy Bags, lanciata nel 2007 dall’imprenditore Stuart Gold. Le borse hanno una bella linea e sono pratiche, alcune sopportano fino a 20 kg. Ognuna è composta da 70 borse usate.

L’idea è nata dalla necessità di smaltire l’enorme quantità di spazzatura prodotta nella capitale del Ghana, Accra. Le buste di plastica, utilizzate per la vendita di acqua potabile, spesso finiscono per strada. Gold si rese conto del problema e cominciò a pensare a un modo per proteggere l’ambiente e al tempo stesso avviare un nuovo business creativo.

La spazzatura viene raccolta ad Accra da una sessantina di impiegati della Trashy Bags, che prima di tutto processano, lavano, disinfettano e lasciano asciugare al sole le buste, che successivamente vengono pressate e cucite insieme, andando a formare il tessuto di base del prodotto.

“Alla Trashy Bags, incoraggiamo le persone a portarci i loro sacchetti vuoti, che paghiamo 20 centesimi al chilo”, dice Gold. “Raccogliamo anche le confezioni usate di gelati, succhi di frutta e yogurt”. Le borse vengono poi vendute sul mercato tra otto e 50 dollari ognuna.

Come dice il proverbio, la spazzatura di un uomo è il tesoro di un altro. Trashy Bags assicura che, dalla sua nascita, ha riciclato circa 20 milioni di buste di plastica, raccogliendone in media 200mila al mese. I rifiuti vengono usati per 23 prodotti diversi, tra cui astucci per computer portatili, beautycase, portamonete, portafogli, cappelli, borse, sporte e sacche sportive.

Oltre che in Libano, le borse vengono vendute in Germania, Stati Uniti, Gran Bretagna, Olanda, Danimarca e Giappone. È sul mercato giapponese, ha segnalato Gold, che vengono vendute più borse. “Il tipico profilo dei nostri clienti è quello delle persone interessate all’ambiente e all’Africa”, osserva.

Maya Mazloum, direttrice esecutiva di Trashy Bags in Libano, aggiunge che, in Medio Oriente, le borse attirano una specifica tipologia di clienti.

I principali acquirenti “sono in gran parte persone di cultura e che viaggiano molto, interessate ai temi ambientali”, spiega.

“È essenziale creare consapevolezza sull’impatto negativo degli esseri umani sull’ambiente. Sono convinta che Trashy Bags contribuisca a diffondere questa sensibilità”.

Negli ultimi anni, il problema dei rifiuti di plastica è diventato sempre più incombente in tutto il mondo. Wael Hmaydan, direttore dell’organizzazione non-profit IndyAct, spiega: “In Libano, il problema della spazzatura è a livelli di crisi, non c’è più posto per i rifiuti”.

Di recente, un’area di interramento dei rifiuti nella regione libanese di Nehmeh ha suscitato un diffuso malessere tra gli abitanti dei villaggi vicini, come Abey, dove si teme che possa causare malattie gravi legate all’emissione di gas dalla discarica.

“È un tema che sta in cima all’agenda politica, e molto presto diventerà un problema urgente. Ogni giorno vengono prodotte enormi quantità di rifiuti”, dice Hmaydan.

L’attivista ritiene che l’unico modo per risolvere il problema sia attraverso una legge adeguata, e una soluzione “zero waste” (“zero rifiuti”), come quella adottata in grandi città come Buenos Aires o San Francisco, basata su una gestione razionale dei materiali residui prima che si trasformino in rifiuti.

“Iniziative come quella di Trashy Bags sono buone idee da ripetere in Medio Oriente, ma di per sé non risolvono il problema”, dice Hmaydan. “La soluzione è cambiare il modo in cui utilizziamo i materiali di scarto, con una legge”.

Ciononostante, Mazloum ha sottolineato che sempre più imprese adottano politiche ambientali, e che si tratta comunque di una posizione che può influenzare in modo positivo il problema dei rifiuti ambientali. “Per noi è fondamentale sostenere questo tipo di iniziative”, ha concluso. © IPS