MEDIO ORIENTE: Per il resto del mondo, Gaza è un "reality"

GAZA CITY, 14 febbraio 2008 (IPS) – “Ci hanno lasciati morire di fame, siamo stati torturati e assediati – e tutto questo mentre il mondo stava a guardare”, ha detto Abu Wael al funerale dell’ultimo gruppo di abitanti di Gaza uccisi dalle forze israeliane.

Raid israeliano a Gaza Mohammed Omer

Raid israeliano a Gaza
Mohammed Omer

Si aggrava il bilancio dei morti, anche se gran parte dei media tende a trascurare le vittime tra i palestinesi di Gaza.

Il portavoce del ministro della salute di Gaza Khaled Radi ha riferito che la scorsa settimana, in appena 24 ore, 17 palestinesi sono stati uccisi e moltissimi altri feriti. Tra le vittime, sette funzionari di polizia sorpresi nella questura Khan Younis di Gaza mentre pregavano all’alba. Quattro dei palestinesi sono stati uccisi nel campo profughi di Jabalyia, nel nord della Striscia.

Un raid aereo israeliano vicino al-Tuffah, a nord della città di Gaza, ha ucciso due persone e ferite quattro, di cui tre gravemente; mentre in un altro attacco è rimasto ucciso un insegnante e tre studenti sono stati feriti, per una granata lanciata da un carro israeliano contro una scuola superiore di agraria nella città settentrionale di Beit Hanoun.

Il numero dei morti continua ad aumentare, soprattutto dopo la dichiarazione di responsabilità di Hamas per il bombardamento del centro commerciale di Dimona, nel sud d’Israele, che ha ucciso un israeliano e ne ha feriti cinque. Due palestinesi sono morti mentre eseguivano l’attacco.

La città di Dimona si trova nel Negev, a circa 10 chilometri dal reattore nucleare top-secret di Israele. È il primo bombardamento di Hamas in 3 anni.

”Non c’è altra scelta, non ci sono altre possibilità per il nostro popolo che resistere all’occupazione e difenderci con ogni mezzo possibile”, ha detto il portavoce di Hamas a Gaza.

”Se gli americani si fossero ritrovati in questa situazione, con un milione e mezzo di persone che soffrono la fame, la avrebbero accettata?”, chiede Abu Wael.

Ma l’aumento degli attacchi delle milizie contro gli israeliani sta portando a un’escalation del conflitto. All’inizio di questa settimana, le forze israeliane sono entrate nella città di Gaza, provocando nuovi scontri con i palestinesi, e feriti da entrambe le parti.

In uno degli attacchi missilistici palestinesi sarebbero rimasti feriti due fratelli israeliani, suscitando uno stato d’allerta per possibili nuovi attacchi israeliani.

Intanto, Israele continua a stringere d’assedio Gaza. Quest’ultima fase dell’embargo di due anni di Israele contro Gaza era cominciato alla fine di ottobre, dopo che Israele aveva dichiarato la Striscia “un’entità ostile”, e tagliato i rifornimenti di combustibile a Gaza.

Secondo Israele, queste misure dovrebbero fermare gli assalti missilistici delle milizie contro il paese. Israele ha anche chiesto di non dichiarare l’emergenza umanitaria nel territorio, dove l’80 per cento della popolazione dipende dagli aiuti.

Ma secondo le organizzazioni di aiuti internazionali, Israele starebbe invece pensando di ridurre ulteriormente i rifornimenti di elettricità a Gaza nei prossimi due mesi.

Human Rights Watch (HRW) sostiene che le misure israeliane stanno colpendo i civili non coinvolti nelle violenze anti-israeliane, con gravi conseguenze sulle infrastrutture di base come ospedali, stazioni di pompaggio per la fornitura d’acqua e impianti per il trattamento delle acque reflue.

“Israele vuole limitare il carburante e l’elettricità a Gaza, per fare pressioni sui gruppi armati palestinesi a fermare i loro razzi e gli attacchi kamikaze”, ha dichiarato il direttore di HRW per il Medio Oriente Joe Stork. “Ma i tagli stanno colpendo seriamente i civili che non hanno niente a che vedere con questi gruppi armati, e questo viola un principio fondamentale delle leggi di guerra”.

Con questo inasprimento della crisi, il ministro della sanità di Gaza ha lanciato un appello a tutte le parti coinvolte per reprimere con più forza Israele. “Tagliare elettricità e carburante significa che non potremo far funzionare i generatori negli ospedali”, ha detto il portavoce Khaled Radi.

“Significa che le macchine salvavita e i reparti pediatrici smetteranno di funzionare. Quasi ogni pratica ospedaliera ne rimane colpita, compresa la refrigerazione dei vaccini. È una catastrofe, che minaccia la vita di più di 1.500 pazienti negli ospedali di tutta la striscia di Gaza.

”Ci appelliamo all’Organizzazione mondiale della sanità, alla Croce Rossa internazionale, a tutte le organizzazioni internazionali e ai governi di tutto il mondo per salvare la vita dei nostri figli”.

Per la maggior parte delle persone, questo è solo l'ennesimo programma televisivo.