PENA DI MORTE-NIGERIA: Qualche speranza per i condannati a morte

LAGOS, 17 aprile 2007 (IPS) – ”Vedi la paura nei loro occhi. Quando sei stato nel braccio della morte per 10, 20 anni, e una strana figura si avvicina, pensi che sia il boia venuto per portarti al patibolo”.

John Oziegbe, ufficiale legale del Legal Resource Consortium di Lagos, ha descritto il terrore dell’esecuzione, sempre presente, che tormenta i circa 700 detenuti nel braccio della morte in Nigeria.

Ma ai visitatori dal mondo esterno che oltrepassano i cancelli del carcere di massima sicurezza di Kirikiri a Lagos, dove Oziegbe si reca spesso per dare assistenza legale ai detenuti, tremano le ginocchia anche prima di incontrare un prigioniero, ha confessato in un’intervista all’IPS.

“Nessuno immaginerebbe mai che degli esseri umani possano essere tenuti in un posto simile”, ha commentato Oziegbe. A Kirikiri c’era un edificio a parte per i condannati. Cadeva a pezzi. “La struttura è molto fatiscente, quasi pericolante”, ha aggiunto.

I funzionari del carcere concordano che quasi tutte le 227 prigioni nigeriane sono così.

“È triste che le condizioni di quasi tutte le nostre carceri, anche all’occhio dell’osservatore più superficiale, siano disumane”, ha detto schiettamente Gabriel Oloyede, vice direttore generale delle carceri, all’apertura del nuovo ospedale della prigione di Kuje, nella capitale nigeriana di Abuja: “Quasi tutte le prigioni sono ancora brutali e squallide”.

Tuttavia, ha assicurato ai presenti all’inaugurazione di uno dei cinque nuovi ospedali delle prigioni, si stanno adottando delle misure per “migliorare i servizi”. Ha citato ad esempio il tasso di mortalità nelle prigioni nigeriane, che è passato da 1.500 a meno di 400 decessi all’anno.

Il ministro degli interni della Nigeria, Magaji Muhammed, ha detto che il problema “mostruoso” del sovraffollamento è stato riconosciuto dai funzionari delle carceri. “Per questo il presidente ha istituito diverse commissioni incaricate di approfondire i problemi che riguardano l’amministrazione della giustizia e la riorganizzazione delle prigioni in generale”, ha detto.

L’IPS ha potuto accedere a un documento della principale commissione presidenziale per la riforma dell’amministrazione giudiziaria, in cui si riferisce che più della metà dei 40.000 detenuti del paese non è ancora stata processata né ha ricevuto una sentenza definitiva. Alcuni hanno atteso il processo per oltre dieci anni. Il sovraffollamento che ne è derivato non ha “contribuito ad un’applicazione efficace dei programmi di riabilitazione e di reintegrazione”.

La situazione ha mostrato che l’intero sistema della giustizia penale in Nigeria è in uno stato di “profondo caos”, commenta il rapporto. Lo scorso anno, un rapporteur speciale dell’Onu ha rivelato che la situazione era talmente caotica che circa il 3,7 per cento di tutti gli schedari dei casi in archivio era andato perso.

Nelle prigioni si è poi registrata la presenza di malattie croniche ma prevenibili come malaria, tubercolosi, influenze e polmonite, aggiunge il dossier, specificando che le causi principali sarebbero gli edifici fatiscenti e la dieta povera delle prigioni. “Nella maggior parte delle carceri, ai detenuti vengono dati pasti che non rispondono al fabbisogno alimentare minimo”, osserva il rapporto.

La razione di cibo giornaliera nelle carceri oggi costa intorno agli 83 centesimi di dollaro. Nel periodo dei regimi militari, prima che tornasse il governo civile nel 1999, costava meno della metà. Più del 70 per cento dei 140 milioni di abitanti della Nigeria vive con meno di un dollaro al giorno, secondo il Programma delle Nazioni Unite per lo sviluppo.

Il rapporto attribuisce gran parte delle responsabilità di questa situazione ai lunghi anni di negligenza da parte dei diversi regimi militari. Ma dice anche che “diversi anni di trascuratezza da parte dei governi che si sono succeduti” hanno lasciato le prigioni “nella peggiore situazione”.

La commissione, che ha già presentato il suo rapporto al presidente Olusegun Obasanjo, ha avanzato delle proposte coraggiose che potrebbero trasformare completamente il sistema penale nigeriano – e così anche la vita delle persone che vivono quotidianamente nel terrore dell’esecuzione.

Tutti i detenuti che siano rimasti nel braccio della morte per oltre 15 anni devono essere rilasciati, si suggerisce. Devono poi essere riesaminati tutti i casi di chi è nel braccio della morte da oltre 10 anni, e delle persone con disagi fisici o mentali. E la pena di morte di tutti gli altri condannati – che si stima siano 111, ma il cui numero è in forte aumento – deve essere commutata nel carcere a vita.

La commissione raccomanda inoltre che tutti i detenuti in carcere da oltre cinque anni e i cui schedari risultino dispersi, siano rilasciati.

”Occorre arrivare a una moratoria ufficiale (della pena di morte)”, ha detto all’IPS Olawale Fapohunda, segretario della commissione. “Ufficialmente, la pena di morte è prevista dalla costituzione, ma stiamo cercando di capire come cambiare la costituzione per commutare tutte quelle sentenze in carcere a vita, come stanno facendo in Sud Africa”, ha spiegato.

L’ultima esecuzione ufficiale di cui si è a conoscenza in Nigeria è avvenuta durante il regime del defunto generale Sani Abacha, quando fu giustiziato l’attivista per l’ambiente Ken Saro-Wiwa insieme ad altri otto attivisti, nel 1995.

Durante i lavori della commissione, i legislatori nigeriani hanno cominciato ad esaminare un nuovo progetto di legge per ampliare e modernizzare l’intero sistema penale del paese, che è tuttora in discussione.

Nessuno può dire quando la legge sarà adottata, ma secondo Fapohunda la commissione sta cercando di farla passare nell'assemblea in corso. “Il progetto di legge ha passato la fase di rilettura”; ha segnalato il segretario.

”È stato presentato per la prima volta alla camera nel 1999, ma non essendo stato adottato entro i primi quattro anni si è dovuto ricominciare tutto daccapo. Vogliamo assicurarci che (la legge) venga adottata adesso, altrimenti il prossimo parlamento dovrà ricominciare”.

Fapohunda ha osservato che più di 200 detenuti nel braccio della morte in Nigeria potrebbero beneficiare della grazia presidenziale in occasione della giornata nazionale della democrazia, il 29 maggio, quando si spera anche che verrà inaugurato un nuovo governo.