ECUADOR: Campesinos e Indios contro il Plan Colombia

MONTEVIDEO, 13 ottobre 2004 (IPS) – Campesinos e popolazioni native della regione a nord dell’Ecuador chiedono al governo e ai tribunali di intraprendere misure effettive contro le fumigazioni aeree volute dal Plan Colombia per distruggere le coltivazioni di piante destinate alla produzione di droghe, ma che invece hanno effetti disastrosi sulla salute e i raccolti

Giovedì 23 e venerdì 24 settembre, più di cento persone della provincia amazzonica Sucumbíos sono scese in piazza a Quito per chiedere al ministro degli Esteri ecuadoregno di intervenire perché Bogotà interrompa le fumigazioni aeree di erbicidi sui campi di coca e papavero, a meno di 10 km. dal confine.

Durante la manifestazione del venerdì, i dimostranti hanno spruzzato le piante che circondano il Ministero degli Esteri con il glyphosate, l’erbicida più usato in Colombia, e hanno mostrato ai giornalisti le lesioni alla pelle, causate dall’agente chimico tossico.

Intanto mercoledì 22 settembre, la Federazione Internazionale dei Diritti Umani (FIDH) di Parigi, ha presentato un esposto (amicus curiae brief) alla Corte Costituzionale di Quito, in cui chiede al governo ecuadoregno di spiegare quali azioni ha intrapreso per proteggere la popolazione dalle fumigazioni.

Il ricorso presentato consiste in uno studio scientifico dettagliato sull’impatto delle fumigazioni di diversi erbicidi, come richiesto dalla Federazione delle organizzazioni dei Campesinos di frontiera, dalla Confederazione Nazionale degli Indios dell’Ecuador (CONAIE) e da altri gruppi.

“Abbiamo contattato un rappresentante del governo, ma le sue risposte non sono state soddisfacenti”, ha detto al telefono all’IPS, Daniel Alarcón, presidente della Federazione delle Organizzazioni dei Campesinos.

“In questo preciso momento, stiamo tornando a Sucumbíos perché molti di noi sono stanchi, ma quasi sicuramente saremo qui la prossima settimana”, per continuare la protesta, ha aggiunto Alarcón.

I rappresentanti del governo hanno assicurato che le fumigazioni sono state sospese entro i 10 km dal confine. “Ma non hanno fornito alcuna prova”, ha detto Alarcón.

I campesinos chiedono anche la cancellazione del debito di nove milioni di dollari contratto con la National Development Bank, che non sono in grado di ripagare poiché le fumigazioni hanno distrutto i raccolti.

Il Vice Ministro degli Esteri ecuadoregno Edwin Johnson ha detto all’IPS che le proteste non rappresentano l’intera popolazione di Sucumbíos, ma “esclusivamente gruppi le cui richieste hanno un altro fine: ottenere l’indennità”.

Il Vice Ministro sostiene che le lesioni alla pelle mostrate dagli indios sono i sintomi di malattie tipiche delle regioni amazzoniche, e non le conseguenze delle fumigazioni in Colombia.

Un anno fa, Johnson ha dichiarato che le fumigazioni aeree erano state interrotte sui campi a 10 km dal confine perché “non più necessarie”.

Una serie di studi sulle terre di confine realizzati dai governi di Ecuador e Colombia in collaborazione con le Nazioni Unite e istituti ed agenzie dell’Organizzazione degli Stati Americani, hanno concluso che le fumigazioni non rappresentavano alcun pericolo, ha detto Johnson.

Il documento finale era stato presentato alla Corte Costituzionale – ha aggiunto Johnson – e “il caso ritenuto chiuso”.

Tuttavia, Alarcón ha annunciato che i campesinos continueranno a fare pressione presso la Corte Costituzionale, soprattutto ora che la FIDH ha fornito un rapporto a sostegno della loro causa.

Sidiki Kaba, presidente della FIDH, ha dichiarato: “Speriamo che il ricorso da noi presentato aiuti la Corte Costituzionale a raggiungere una decisione in linea con i principi e gli standard di sicurezza alla salute e con le leggi sull’ambiente, e speriamo costringa il governo ecuadoregno a rimediare ai danni causati”.

Il glyphosate è stato utilizzato per la prima volta in America Latina 25 anni fa. Viene principalmente venduto come Round-up, erbicida commercializzato dal gigante biotech Monsanto che ricava 1,2 miliardi di dollari l’anno dalla vendita di questo prodotto.

In termini di tossicità, il glyphosate viene classificato un erbicida di III categoria che quindi richiede grossa cautela durante l’uso poiché può causare problemi gastrointestinali, vomito, rigonfiamento dei polmoni, polmonite e distruzione di globuli rossi nel sangue.

Il Plan Colombia contro la droga e la controinsurrezione è stato lanciato nel 2000 dal presidente colombiano Andrés Pastrana e dal presidente statunitense Bill Clinton, che ha finanziato il piano con 1,3 miliardi di dollari.

L’attuale presidente degli Stati Uniti Gorge W. Bush ha fornito l’anno successivo un ulteriore finanziamento attraverso l’Iniziativa Regionale Andina. Washington sostiene che le fumigazioni aeree sono un metodo sicuro ed efficace per eliminare le coltivazioni illegali di coca – la pianta dalla quale si produce la cocaina – e di papavero, usato per la produzione di morfina ed eroina.

Ma prodotti chimici pericolosi “mai testati, vengono ora spruzzati direttamente sulla gente, sulle scuole e i villaggi”, ha detto all’IPS Adolfo Maldonado, medico spagnolo – specializzando in medicina tropicale – e ricercatore per il gruppo ambientalista ecuadoregno Ecological Action.

“L’effetto del glyphosate può moltiplicarsi fino a 22 volte se questo entra in contatto con altre sostanze. In Colombia viene mischiato al Cosmo Flux 411, il cui impatto (sulla salute umana) non è ancora stato studiato”, ha detto Maldonado.

Negli ultimi anni, Maldonado ha realizzato diversi studi sulle terre al confine con la Colombia, ed ha riscontrato seri effetti nocivi sulla popolazione locale.

“La tossicità ha effetti diretti. Gli elementi tossici intaccano lo strato di grasso sottocutaneo e, in un contesto tropicale e in scarse condizioni sanitarie, facilitano il manifestarsi di infezioni e la diffusione di funghi” ha detto il ricercatore, uno degli autori del ricorso presentato dalla FIDH.

Maldonado ha spiegato che gli erbicidi vengono spruzzati da aerei ed elicotteri ad un altezza che varia dai 15 ai 60 metri; il vento facilmente disperde i prodotti chimici causando malattie respiratorie come la polmonite.

L’uso di cibo ed acqua contaminati dal glyphosate causa, inoltre, diarrea e vomito.

“Il Ministro della Salute ha dichiarato tre anni fa che la regione al confine era un luogo pericoloso e che non poteva mettere a rischio i propri funzionari. La popolazione locale è completamente abbandonata, senza cure sanitarie e senza alcuna possibilità di lasciare quelle terre. La situazione è deplorevole”, ha detto Maldonado.

“Gli Indios hanno sempre fatto ricorso alla medicina tradizionale, ma ora si rendono conto che le loro piante non possono più aiutarli perché sono anch’esse contaminate”, ha aggiunto il ricercatore.

Ecological Action denuncia almeno 12 morti dall’inizio delle fumigazioni, nel 2000, nella vicina Colombia, straziata dalla guerra civile. Molte delle vittime sono bambini e vecchi, con sistemi immunitari più vulnerabili.

In uno dei suoi studi, Maldonado ha trovato una diretta relazione tra le fumigazioni e i danni genetici nelle donne ecuadoregne della regione lungo il confine.

“Questi danni cellulari porteranno a malformazioni congenite nelle future generazioni”.